La Strage di Bologna

Approfondimenti Storici.

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    "È difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è molto facile riconoscere una falsità." by Albert Einstein

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    Strage di Bologna


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    I danni causati dall'esplosione dell'ordigno
    Luogo Bologna
    Data 2 agosto 1980
    10:25
    Tipologia Esplosione
    Morti 85
    Feriti 200
    Compiuto da Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini
    Sospetti Destra eversiva
    Motivazione Terrorismo



    La strage di Bologna è uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra, verificatosi sabato 2 agosto 1980.

    Alle 10.25, nella sala d'aspetto di 2° Classe della Stazione di Bologna Centrale,[1] un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, esplode uccidendo ottantacinque persone e ferendone oltre duecento.

    Per Bologna e per l'Italia è stata una drammatica presa di coscienza della recrudescenza del terrorismo.


    L'ordigno

    La bomba era composta da 23 kg di esplosivo: una miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta Compound B, potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina ad uso civile). L'esplosivo, di fabbricazione militare, era posto in una valigetta sistemata a circa 50 cm d'altezza su di un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell'ala ovest della stazione, allo scopo di aumentarne l'effetto.[2]

    La detonazione si udì nel raggio di molti chilometri e causò il crollo di un'ala intera della stazione investendo in pieno il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario e il parcheggio dei taxi antistante.


    La vicenda giudiziaria

    Subito dopo l'attentato, il governo presieduto da Francesco Cossiga, e le forze di polizia attribuirono lo scoppio a cause fortuite, ovvero all'esplosione di una caldaia nel sotterraneo della stazione.

    Non appena apparvero più chiare le dinamiche e fu palese una matrice terrorista, attribuirono la responsabilità della strage al terrorismo nero.

    Già il 26 agosto dello stesso anno la Procura della Repubblica di Bologna emise ventotto ordini di cattura nei confronti di militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari: Roberto Fiore e Massimo Morsello (futuri fondatori di Forza Nuova), Gabriele Adinolfi, Francesca Mambro, Elio Giallombardo, Amedeo De Francisci, Massimiliano Fachini, Roberto Rinani, Giuseppe Valerio Fioravanti, Claudio Mutti, Mario Corsi, Paolo Pizzonia, Ulderico Sica, Francesco Bianco, Alessanro Pucci, Marcello Iannilli, Paolo Signorelli, PierLuigi Scarano, Francesco Furlotti, Aldo Semerari, Guido Zappavigna, GianLuigi Napoli, Fabio De Felice, Maurizio Neri. Vengono subito interrogati a Ferrara, Roma, Padova e Parma. Tutti saranno scarcerati nel 1981.

    Tornando a Cossiga il 15 marzo 1991, al tempo della sua presidenza della Repubblica, affermò di essersi sbagliato a definire "fascista" la strage alla stazione di Bologna e di essere stato mal indicato dai servizi segreti. Attorno a questa strage, come era già avvenuto per la Strage di piazza Fontana nel 1969, si sviluppò tutto un cumulo di affermazioni, controaffermazioni, piste vere e false, tipiche di altri tragici avvenimenti della cosiddetta strategia della tensione.

    Lentamente e con fatica, attraverso una complicata e discussa vicenda politica e giudiziaria, e grazie alla spinta civile dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 si giunse ad una sentenza definitiva di Cassazione il 23 novembre 1995: vennero condannati all'ergastolo, quali esecutori dell'attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l'ex capo della P2 Licio Gelli, l'ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini.

    Il 9 giugno 2000 la Corte d'Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: nove anni di reclusione per Massimo Carminati, estremista di destra, e quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e Ivano Bongiovanni, delinquente comune legato alla destra extraparlamentare. Ultimo imputato per la strage è Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007. Anche lui continua a dichiararsi innocente.

    Eventuali mandanti della strage non sono mai stati scoperti.


    Ipotesi alternative

    A causa del protrarsi negli anni delle vicende giudiziarie e dei numerosi comprovati depistaggi, intorno ai veri esecutori e ai mandanti dell'attentato si sono sempre sviluppate numerose ipotesi e strumentalizzazioni politiche divergenti dai fatti processuali che hanno portato alle condanne definitive dei presunti esecutori materiali della strage.

    * Stando quanto riportato dai media nel 2004 e ripreso nel 2007 [3], Francesco Cossiga, in una lettera indirizzata a Enzo Fragalà, capogruppo di Alleanza Nazionale nella commissione Mitrokhin, ipotizza un coinvolgimento palestinese (a mano del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e del gruppo Separat di Iliz Ramirez Sanchez, noto come "comandante Carlos") dietro l'attentato.[4] Inoltre, nel 2008 Cossiga ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera, in cui ribadiva la sua convinzione secondo cui la strage non sia da imputarsi al terrorismo nero, ma ad un "incidente" di gruppi della resistenza palestinese operanti in Italia. Si dichiara oltresì convinto dell'innocenza di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti.[5]

    * Dalla sua cella, a Parigi, il terrorista rosso Ilic Ramirez Sanchez afferma che «la commissione Mitrokhin cerca di falsificare la storia» e che «a Bologna a colpire furono CIA e Mossad», con l'intento di punire e ammonire l'Italia per i suoi rapporti di fiducia reciproca con l'OLP, che si era segretamente impegnato a non colpire l'Italia in cambio di una certa protezione.[6]

    * Nel maggio 2007 il figlio di Massimo Sparti (malvivente legato alla banda della Magliana e principale accusatore di Fioravanti) dichiara «mio padre nella storia del processo di Bologna ha sempre mentito», aprendo nuovi spiragli ed ipotesi.[7]

    * In un allegato uscito in fascicoli del settimanale di destra L'Italia Settimanale nel corso del 1994 intitolato Storia della prima Repubblica viene fornita una particolare ipotesi sulla strage. Prima di tutto viene accomunata alla strage di Ustica (ne viene definita letteralmente il "bis"); poi viene paragonata al caso di Enrico Mattei e al Caso Moro. Il testo prosegue con

    « L'Italia dalla nascita della prima Repubblica è stata, come tutti sanno, un paese a sovranità limitata (...) ora, nel momento in cui, per questioni contingenti (...) ha fatto - raramente - scelte che si sono rivelate in contrasto con le alleanze di cui vi dicevo, ha compiuto, detto in termini politico-mafioso-diplomatici, uno "sgarro". E come nella mafia quando un picciotto sbaglia finisce in qualche pilone di cemento o viene privato di qualche parente (in gergo si chiama "vendetta trasversale"). Così è fra gli Stati: quando qualche paese sbaglia, non gli si dichiara guerra; ma gli si manda un "avvertimento", sotto forma di bomba, che esplode in una piazza, su di un treno, su una nave, ecc ecc »


    Assolutamente senza contestare le sentenze giudiziarie che hanno riconosciuto gli esecutori materiali, questo testo vuole indicare i mandanti. Non è specificato null'altro in particolare, ma in quel periodo l' unico "sgarro" imputabile all'Italia fu il mancato boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca, che riempirono il periodo trascorso tra la strage di Ustica e la bomba alla stazione di Bologna.



    Le vittime

    * Antonella Ceci, anni 19
    * Angela Marino, anni 23
    * Leo Luca Marino, anni 24
    * Domenica Marino, anni 26
    * Errica Frigerio In Diomede Fresa, anni 57
    * Vito Diomede Fresa, anni 62
    * Cesare Francesco Diomede Fresa, anni 14
    * Anna Maria Bosio In Mauri, anni 28
    * Carlo Mauri, anni 32
    * Luca Mauri, anni 6
    * Eckhardt Mader, anni 14
    * Margret Rohrs In Mader, anni 39
    * Kai Mader, anni 8
    * Sonia Burri, anni 7
    * Patrizia Messineo, anni 18
    * Silvana Serravalli In Barbera, anni 34
    * Manuela Gallon, anni 11
    * Natalia Agostini In Gallon, anni 40
    * Marina Antonella Trolese, anni 16
    * Anna Maria Salvagnini In Trolese, anni 51
    * Roberto De Marchi, anni 21
    * Elisabetta Manea Ved. De Marchi, anni 60
    * Eleonora Geraci In Vaccaro, anni 46
    * Vittorio Vaccaro, anni 24
    * Velia Carli In Lauro, anni 50
    * Salvatore Lauro, anni 57
    * Paolo Zecchi, anni 23
    * Viviana Bugamelli In Zecchi, anni 23
    * Catherine Helen Mitchell, anni 22
    * John Andrew Kolpinski, anni 22
    * Angela Fresu, anni 3
    * Maria Fresu, anni 24
    * Loredana Molina In Sacrati, anni 44
    * Angelica Tarsi, anni 72
    * Katia Bertasi, anni 34
    * Mirella Fornasari, anni 36
    * Euridia Bergianti, anni 49
    * Nilla Natali, anni 25
    * Franca Dall'olio, anni 20
    * Rita Verde, anni 23
    * Flavia Casadei, anni 18
    * Giuseppe Patruno, anni 18
    * Rossella Marceddu, anni 19



    * Davide Caprioli, anni 20
    * Vito Ales, anni 20
    * Iwao Sekiguchi, anni 20
    * Brigitte Drouhard, anni 21
    * Roberto Procelli, anni 21
    * Mauro Alganon, anni 22
    * Maria Angela Marangon, anni 22
    * Verdiana Bivona, anni 22
    * Francesco Gomez Martinez, anni 23
    * Mauro Di Vittorio, anni 24
    * Sergio Secci, anni 24
    * Roberto Gaiola, anni 25
    * Angelo Priore, anni 26
    * Onofrio Zappala', anni 27
    * Pio Carmine Remollino, anni 31
    * Gaetano Roda, anni 31
    * Antonino Di Paola, anni 32
    * Mirco Castellaro, anni 33
    * Nazzareno Basso, anni 33
    * Vincenzo Petteni, anni 34
    * Salvatore Seminara, anni 34
    * Carla Gozzi, anni 36
    * Umberto Lugli, anni 38
    * Fausto Venturi, anni 38
    * Argeo Bonora, anni 42
    * Francesco Betti, anni 44
    * Mario Sica, anni 44
    * Pier Francesco Laurenti, anni 44
    * Paolino Bianchi, anni 50
    * Vincenzina Sala In Zanetti, anni 50
    * Berta Ebner, anni 50
    * Vincenzo Lanconelli, anni 51
    * Lina Ferretti In Mannocci, anni 53
    * Romeo Ruozi, anni 54
    * Amorveno Marzagalli, anni 54
    * Antonio Francesco Lascala, anni 56
    * Rosina Barbaro In Montani, anni 58
    * Irene Breton In Boudouban, anni 61
    * Pietro Galassi, anni 66
    * Lidia Olla In Cardillo, anni 67
    * Maria Idria Avati, anni 80
    * Antonio Montanari, anni 86

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    Cippo commemorativo delle vittime della strage


    In memoria della strage


    Il 2 agosto è considerata la giornata in memoria di tutte le stragi, e la città di Bologna con l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 organizzano ogni anno un concorso internazionale di composizione musicale con concerto in Piazza Maggiore.

    Per ricordare la strage, nella ricostruzione dell'ala della stazione distrutta è stato creato uno squarcio nella muratura. All'interno, nella sala d'aspetto, è stata mantenuta la pavimentazione originale nel punto dello scoppio. Inoltre il settore ricostruito presenta l'intonaco esterno liscio e non "bugnato" come tutto il resto del fabbricato, questo perché sia immediatamente riconoscibile e più visibile. Ancora, è stato mantenuto intatto uno degli orologi nel piazzale antistante la stazione ferroviaria, quello, visibile nella foto, che si fermò ed è tuttora fermo alle 10.25. Qualche tempo dopo la strage in effetti l'orologio venne rimesso in funzione, ma di fronte a decise rimostranze le Ferrovie convennero sull'opportunità che quelle lancette rimanessero ferme a perenne ricordo.

    Il cippo commemorativo nella stazione di Bologna contiene l'elenco delle "vittime del terrorismo fascista". Durante il mandato di Giorgio Guazzaloca, sindaco di Bologna dal 1999 al 2004, l'esponente locale di AN Massimiliano Mazzanti propose al sindaco di non citare più la "matrice fascista" (confermata con le condanne del 1995) della strage nella commemorazione ufficiale del 2 agosto. [8] Nonostante le critiche durissime dell'opposizione, il sindaco, pur non ammettendo di aver accolto l'invito che veniva da una parte della sua maggioranza, così fece per tutte e quattro le prime celebrazioni che lo videro protagonista. Dal 2004, invece, il nuovo sindaco, Sergio Cofferati, è tornato a scandire la vecchia formula durante la manifestazione ufficiale.



    Fonte:wikipedia.org
     
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