Il Programma Gemini

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    Programma Gemini


    Le navicelle Gemini 6A e Gemini 7 si incontrano in orbita. (NASA)



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    Programma Gemini fu il nome del terzo programma di volo umano nello spazio, intrapreso dagli Stati Uniti, anche se venne completato prima dell'inizio del secondo programma (Programma Apollo). Condotto durante il periodo 1963-1966, il suo scopo era di sviluppare tecniche per i viaggi spaziali avanzati, soprattutto quelli necessari al Programma Apollo, il cui obiettivo era di far atterrare degli uomini sulla Luna.
    Indice


    Storia

    Schema della navicella Gemini


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    Gemini venne visto in origine come una semplice estrapolazione del Programma Mercury, e venne quindi inizialmente chiamato Mercury Mark II. Il programma finale aveva poco in comune con il Programma Mercury e fu in effetti superiore anche al Programma Apollo, per certi aspetti. Questo fu principalmente un risultato della sua tardiva data di inizio, che gli permise di beneficiare di quanto era stato fino a quel momento appreso sul Programma Apollo.

    Contrariamente alle Mercury, le capsule Gemini potevano alterare la loro orbita. Potevano anche agganciarsi ad altre navicelle, una delle quali, l'Agena Target Vehicle, aveva un suo grosso motore a razzo che veniva usato per eseguire ampi cambi orbitali. Gemini fu la prima navicella americana guidata dall'uomo ad avere un computer a bordo, il Gemini Guidance Computer, per facilitare la gestione e il controllo delle manovre di missione.

    Il Programma Gemini prevedeva attività extraveicolare (EVA) e manovre orbitali tra cui il rendezvous e l'aggancio.

    Il progetto venne battezzato Gemini poiché la navicella spaziale poteva ospitare un equipaggio di due uo
    mini.


    Lancio di un vettore Titan II (NASA)

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    Gli astronauti

    A sostegno degli astronauti per il programma Mercury ormai addestrati, la NASA il 18 aprile 1962 decise di assumere altri cinque fino dieci astronauti. La reazione a tale notizia fu che ben 253 persone si candidarono per tale ruolo presentando apposita istanza d’assunzione.

    Il 17 settembre 1962 venne dunque presentato al pubblico il secondo gruppo, composto da nove astronauti. Il gruppo era composto da Neil Armstrong, Frank Borman, Charles Pete Conrad, James A. Lovell, James McDivitt, Elliott See, Tom Stafford, Edward H. White e John W. Young.

    La selezione del terzo gruppo di astronauti iniziò il 5 giugno 1963 mediante un ulteriore bando di concorso. Così il 18 ottobre 1963 la NASA poté presentare i seguenti 14 astronauti nuovi: Edwin Buzz Aldrin, William Alison Anders, Charles Bassett, Alan L. Bean, Eugene Gene Cernan, Roger B. Chaffee, Michael Collins, Walter Cunningham, Donn Eisele, Theodore Freeman, Richard Gordon, Russell L. Rusty Schweickart, David Scott e Clifton Williams.

    Pertanto il numero degli astronauti attivi per i programmi Gemini ed Apollo aumentavano ad un totale di 27, considerando che gli astronauti del programma Mercury Glenn, Carpenter e Slayton per varie ragioni non potevano essere a disposizione per il programma Gemini.


    Nota triste del programma fu che l'astronauta Theodore Freeman decedette in un incidente di volo il 31 ottobre 1964 mentre gli astronauti Elliott See e Charles Bassett, previsti quale equipaggio per il volo di Gemini 9 perirono il 28 febbraio 1966 precipitando con l’aereo durante un volo di addestramento. Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee decedettero il 27 gennaio 1967 durante la tragedia dell’ Apollo-1. Clifton Williams morì in un incidente di volo il 5 ottobre 1967.

    Il programma di prova

    Su decisione dell’inventore del sistema di atterraggio mediante l’uso di appositi parapendii, sistema elaborato dalla North American Aviation, tale sistema sarebbe dovuto essere testato a partire dal 1964 mediante 25 appositi voli. Nonostante la NASA abbia deciso sin dalla fine di febbraio dello stesso anno, di ultimare i dodici voli programmati per le missioni Gemini mediante atterraggi in mare, le esercitazioni del sistema vennero continuate per tutto il resto dell’anno. Dei 25 voli, solo 6 riuscirono ad atterrare senza riscontrare problemi o errori del sistema. Bisogna comunque sottolineare che in particolar modo gli ultimi tre riuscirono perfettamente e pertanto la meta del progetto era stata raggiunta.

    Contemporaneamente, con l’inizio dell’anno 1964 iniziarono i test a terra della combinazione Gemini-Titan II perfettamente montata ed installata su apposite rampe e piattaforme di lancio. In particolare vennero testati completamente i sistemi elettronici, le componenti meccaniche ed i sistemi di salvataggio.

    Il primo lancio di prova, denominato Gemini-Titan 1 (GT-1) venne effettuato l’8 aprile 1964 alle ore 11. Dopo sei minuti il secondo stadio, sul quale era montata la capsula Gemini, entrò in un’orbita stabile intorno alla terra per effettuare tre giri completi. Non essendo comunque programmato un distacco, solo dopo la 64-esima orbita, la combinazione si spense poco a poco - come previsto - sopra le acque nel sud dell’oceano atlantico.

    Dopo questo successo, il 13 aprile la NASA rese noto al pubblico l’equipaggio per la prima missione Gemini: Virgil Gus Grissom e John W. Young. La missione era prevista per il 16 novembre 1964.

    Probabilmente l’impatto di un fulmine nella rampa di lancio n. 19, avvenuto nella metà di agosto 1964, bloccò tutte le esercitazioni programmate per la missione Gemini-Titan 2 (GT-2). Solo all’inizio del mese di settembre si poté nuovamente continuare con detti programmi. Non fu comunque mai possibile dimostrare con certezza detto impatto, a causa della mancanza di danni da fulmine tipici. La missione venne inoltre ritardata a causa del passaggio sopra Cape Canaveral dell’uragano Cleo verso la fine di agosto. Infatti, a causa delle previsioni del passaggio di ulteriori due uragani (Dora e Ethel) previsto per l’inizio di settembre, la combinazione Gemini-Titan 2 venne addiritura smontata. Solo il 18 settembre fu nuovamente assemblata.

    Alla fine del mese di ottobre 1964 l’astronauta Russell L. Schweickart indossò per otto giorni consecutivi la tuta spaziale per le missioni Gemini, per sottoporla ad un test completo. Infatti venne simulata una missione completa della durata di 4 giorni, effettuando diversi voli parabolici per provare la tuta dello stato di assenza di forza di gravità. Inoltre Schweickart fu per più volte nella centrifuga.

    Il 9 dicembre 1964, il conto al rovescio per il lancio della missione Gemini-Titan 2 (GT-2) venne interrotto un secondo dopo l’accensione dei congegni di propulsione principali, dato che un’unità di controllo automatica segnalò la perdita di pressione idraulica nel sistema di pilotaggio del primo stadio del razzo. La missione venne dunque effettuata senza riscontrare problemi il 19 gennaio 1965. Fu un semplice volo balistico. Venne comunque effettuato il distacco della capsula Gemini, che poco dopo rientrò nell’atmosfera. Con ciò si poté testare per la prima volta lo scudo termico. La capsula Gemini di questa missione venne utilizzata per una seconda volta durante un’esercitazione per il Manned Orbiting Laboratory Project e divenne pertanto il primo veicolo spaziale ad essere riutilizzato.


    FONTE:http://it.wikipedia.org
     
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