IL COLONNELLO PHILIP CORSO: "HO VISTO GLI ALIENI DI ROSWELL

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    "È difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è molto facile riconoscere una falsità." by Albert Einstein

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    IL COLONNELLO PHILIP CORSO: "HO VISTO GLI ALIENI DI ROSWELL"
    di Alfredo Lissoni, da OndaQuadra #3, 17/09/2001

    [Philip Corso,] un ex colonnello americano [dei] servizi segreti, [che] fu collaboratore di Eisenhower, decorato da re Umberto, reduce da tre guerre, [racconta]: "Era la sera del 6 luglio 1947 .. e, con il grado di maggiore, ero di stanza a Fort Riley, nel Kansas, come responsabile della sicurezza. .. Fui chiamato dal sergente maggiore Bill Brown. .. Entrai e vidi alcune casse che, secondo Brown, venivano da Fort Bliss, Texas. Ci avevano detto che contenevano del materiale recuperato da un incidente avvenuto un paio di giorni prima in Nuovo Messico. Mi avvicinai ad una delle casse di legno (erano una trentina), mentre Brown restava di guardia. Vidi una cassa, sigillata su un lato e aperta dall'alto. Sollevai il coperchio e illuminai l'interno con una torcia. In quel momento lo stomaco mi balzò in gola. .. Era una bara di vetro. .. Dentro c'era qualcosa sommerso in un liquido semigelatinoso, bluastro. Sulle prime pensai al cadavere di un bambino. Ma era una figura umana, lunga quattro piedi. Aveva braccia e mani strane, con quattro dita ciascuna. Non vidi il pollice. Le gambe ed i piedi erano esili.La testa era sproporzionatamente grande, a bulbo. .. La storia sembrò finire lì ma poi, nel 1961, giunsi al Pentagono, alle dipendenze del generale Trudeau [che] mi convocò e mi mostrò dei fascicoli speciali. Si parlava di autopsie di extraterrestri, del crash di Roswell e della tecnologia aliena recuperata. Trudeau mi disse che avrei dovuto valutare l'impiego strategico di quel materiale. Così decisi di distribuire segretamente parte dei materiali trovati a diversi specialisti, competenti e fidati. Dovevamo capire come funzionavano".

    Nel disco di Roswell i militari avrebbero trovato, se è vero quanto dice Corso, transistor e laser,fibre ottiche, leghe metalliche ad allineamento molecolare, generatori atomici portatili, proiettili ad uranio e sistemi di propulsione e guida estremamente avveniristici. "Per pilotare il disco volante l'alieno doveva mettere le mani su una tastiera che riproduceva le forme di queste ultime. Poi si appoggiava sulla fronte una barretta e in quel momento entrava in simbiosi con la macchina. Per inciso, scoprimmo che gli alieni di Roswell non erano dei veri extraterrestri, ma degli esseri clonati, dei robot biologici costruiti dagli alieni apposta per i viaggi interstellari". .. A detta di Corso buona parte di questa tecnologia sarebbe stata studiata segretamente, e quindi commercializzata, da diverse ditte, americane e straniere. "Non volevamo che solo gli Stati Uniti avessero l'esclusiva della tecnologia aliena", racconta Corso, "e così fornii i brevetti alieni a diverse ditte straniere. Chiedemmo a queste ditte di divulgare i risultati dei loro studi, di non tenere per sé queste scoperte. Chiedemmo comunque l'opzione delle scoperte per l'Esercito, in modo che l'Arma ne usufruisse per prima". A detta di Corso, che per inciso fra il �47 ed il �47 ha coordinato i servizi segreti americani in Italia e Gladio e i servizi di sicurezza del presidente Eisenhower, dal 1961 la nostra storia tecnologica sarebbe mutata. Grazie ai brevetti alieni, il nostro pianeta avrebbe vissuto un'impennata tecnologica. "Oggi apparecchiature come il laser, i circuiti integrati, le reti a fibre ottiche, gli acceleratori di particelle e perfino i giubbotti antiproiettili in kevlar sono di uso comune. Ma i semi del loro sviluppo affondano tutti nel crash dell'UFO di Roswell. Certo, di alcuni di questi oggetti conoscevamo la fattibilità teorica, ma non ne possedevamo alcuno. Almeno, fino a quel fatidico giorno." ..
     
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