Posts written by Street82

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    ARGENTINA - CIRCA UN CENTINAIO DI BOVINI MUOIONO TUTTI SUL COLPO!!!


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    ARGENTINA - Nelle vaste distese fertili del Pampas c'e' allarme per la misteriosa moria di bovini e pesci.Secondo le autorita' per il forte caldo. L'episodio pii' grave si e' verificato a Quemú Quemú,
    vicino General Pico, dove in un campo sono stati trovati morti 66 Manzi tra i 200 e i 250 chili.I cadaveri degli animali sono stati rinvenuti accatastati tutti assieme.Si pensa che erano riuniti per stare all'ombra e sarebbero morti, secondo la versione ufficiale,per le alte temperature, ma questa versione dei fatti vacilla molto...
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    Strani avvistamenti in un fascicolo della Forestale dedicato a “Gnomi e fate dei boschi”


    Quando l’agenzia stampa Adnkronos ha battuto questa notizia, in redazione abbiamo pensato subito ad un pesce d’aprile, ma la data era ormai passata da qualche giorno. Insomma, pare che sia vero: un cronista ha scovato negli archivi del Corpo Forestale dello Stato un fascicolo aperto quasi 15 anni fa, che reca la dicitura “Gnomi e fate dei boschi”.
    Una cartellina verde del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – Corpo Forestale dello Stato che contiene informazioni, segnalazioni, materiale fotografico che riguarda esattamente quello che il suo titolo evoca: avvistamenti stranamente concentrati in un’area ben precisa, l’Appennino tosco-romagnolo, con alcuni suoi comuni, come San Piero in Bagno e Bagno di Romagna.
    Personaggi che popolano fiabe e leggende della tradizione, ma anche i boschi di una zona ben precisa del nostro Paese.

    L’agenzia Adnkronos riferisce di aver guardato dentro al fascicolo. Il suo contenuto? In alcuni casi fa sorridere, in altri no. Inquietante la fotografia scattata da G.F., banchiere di Cesena, in viaggio di notte con la moglie per raggiungere la sua baita all’interno della Foresta della Lama, nell’Appennino forlivese. Costretto a fermare l’auto e a scendere dalla vettura per montare le catene da neve ha visto “qualcosa”, un essere dalla sembianze umane, carponi e intento a mangiare neve.

    ELFI E GNOMI
    La sua fotografia, nel fascicolo della Forestale è classificata come “elfo” per via delle orecchie allungate che si intravedono. La foto è sfocata, il negativo mai consegnato, ma secondo alcune fonti “il testimone sarebbe una persona seria e attendibile”. Che poi quello sia proprio un elfo, tutto da dimostrare. C’è chi invece è convinto che si tratti di un poltergeist, lo spirito di un ragazzino morto anni prima ucciso da un mugnaio e che si aggira senza pace nella zona.

    Fa sorridere, invece, il verbale di dichiarazioni spontanee datato 2 agosto 2001, raccolte nel Comando Stazione Bagno di Romagna da ufficiali e agenti del Cfs che hanno ascoltato e messo nero su bianco il racconto del signor Pierluigi Ricci il quale, all’interno del Parco dell’Armina, mentre si apprestava a bere alla fonte, avvistava “un essere alto circa 25 centimetri che ritengo essere uno ’gnomo’ dei boschi”.

    SEMBIANZE UMANE
    E ne fornisce una descrizione “da manuale”, anche troppo: sembianze umane e abbigliato con casacca azzurra, pantaloni marroni, stivali di pelo beige, cappello rosso e barba bianca. Il tradizionale gnomo, insomma, proprio come quello che nell’area ha dato un volto al Sentiero degli Gnomi e al Bosco di Gnomo Mentino, che attirano ogni anno migliaia di visitatori. Perché sulla scia della moda dello gnomo è nato tutto un turismo, con pacchetti dedicati e con i suoi gadget, sul modello del turismo magico o di fantasia tipico dei paesi nordici.

    SPIRITUALITA’ SEMPLICE
    Gli gnomi, però, in questa zona popolano i racconti e, in alcuni casi, i ricordi di tante persone, anche degli anziani che non si interessano di marketing e di turismo e per i quali gli Appennini sono pieni di mostri, draghi, fate, orchi e santi.
    Avvistamenti ce ne sono sempre stati e racconti di “fenomeni strani” nei boschi, che si tatti di presenze, misteriose combustioni di alberi o di luci, perché lo gnomo “potrebbe essere la rappresentazione sensibile dello spirito del bosco - spiega Stefano Cazora, capo ufficio stampa del Corpo Forestale dello Stato e autore di un libro, “Luoghi della meraviglia”, dedicato agli itinerari del fantastico in Italia - se il bosco ha una sua forma di intelligenza, stando ad alcuni studi scientifici, a questa potrebbe corrispondere una forma di spiritualità semplice di cui lo gnomo è rappresentazione”.

    PERCHE’ LA FORESTALE?
    Ma perché in caso di avvistamento si va alla Forestale? “Alla Forestale arrivano segnalazioni di tutti i generi, in questo caso allo gnomo si associa un guardiano della natura così come al Cfs si riconosce il ruolo di tutela ambientale”, aggiunge Cazora.

    Gnomi dell’Appennino, fate nel casentino, streghe al centro e al sud: per chi volesse tentare l’incontro, questa è la geografia da tenere presente. Meno chiaro il metodo, che potrebbe variare da persona a persona, ma una regola di base c’è: secondo gli esperti bisogna imparare a guardare verso il basso, immedesimarsi negli elementi naturali, liberarsi della sovrastrutture culturali. Perché - sempre secondo gli esperti - gli gnomi ci sono, siamo noi che non li vediamo.

    FONTE
    http://www.lastampa.it/2015/04/08/italia/c...F1M/pagina.html
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    LA VERITA? LA RAI LA MANDA IN ONDA ALLE 2 DI NOTTE! DIFFONDI QUESTO VIDEO!

    Il grande golpe tecnocratico italiano. Le incredibili affermazioni dell’ex ministro Rino Formica – Ecco il servizio che Rai 2 mandò in onda solo a notte fonda!! Guardate questo servizio e fatevi qualche domanda!!!



    Ovviamente mandarono in onda questo servizio a notte inoltrata,il quale,se fosse stato visto da migliaia di persone,sicuramente si sarebbero indignati molti italiani.

    L’Italia da anni è vittima di un golpe attuato da governi tecnici che si sono susseguiti senza essere stati eletti. Tali governi servono essenzialmente a mettere in atto la totale svendita del bel paese voluta dal nuovo ordine mondiale, così come si sta procedendo in altre nazioni, ma noi abbiamo “avviato le danze” per un prototipo di nazione adatta a questo oscuro progetto.

    In Italia infatti , storicamente, tutto arriva prima.

    Noi italiani siamo fecondi per quel che attiene i nuovi modelli politici. In Occidente abbiamo per primi praticato la repubblica, la dittatura, la monarchia, l’impero, i comuni, le signorie, la democrazia parlamentare, la partitocrazia… Non ci facciamo mancare niente. Ora che il Nuovo Ordine Mondiale deve addivenire ad un governo planetario di tipo politico non più occulto ma manifesto, il nostro ventre sta gestendo il prototipo.

    Monti poi Letta e ora Renzi, con i loro governi “tecnici” sono il prototipo che farà scuola nel mondo, sarà clonato e replicato in quel che resta delle nazioni. Poi le nazioni non ci saranno più e allora… Per agevolarlo tutto l’armamentario “antipolitico” è sceso in campo.
    Che i partiti fossero una fogna già lo sapevamo. Come del resto tutte le istituzioni “democratiche”, nessuna esclusa: magistratura, polizia, i media etc.

    Azzoppata la politica (partitocrazia), tutte le altre istituzioni suonano la diana e alé, media, magistratura, polizia, guardia di finanza, carabinieri a cavallo e a piedi, subacquei e montanari addosso alla “politica”, o meglio ai mestieranti della politica, i camerieri del potere finanziario, ai grigi mezzadri del potere vero. Oggettivamente tutto sta spianando la strada al prototipo del nuovo governo mondiale. E allora vien giù tutto. Quel che era stato immagazzinato in cantina vien fuori. Fuoco alle polveri! E il popolo gode ubriaco di risentimento. Sapesse cosa l’attende…


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    LE GUERRE PER L'ENERGIA DEL XXI SECOLO
    I conflitti globali sono sempre più alimentati dal desiderio di ottenere Petrolio e Gas naturale (e i profitti che questi ultimi generano)

    L’Iraq, la Siria, la Nigeria, il Sud del Sudan, l’Ucraina, l’Est e il Sud del Mar della Cina: ovunque si guardi, il mondo è in fiamme, con nuovi conflitti o vecchi conflitti in via di intensificazione. A prima vista, questi sconvolgimenti sembrano essere eventi indipendenti, guidati da proprie circostanze, uniche e peculiari.
    Ma se guardiamo più da vicino notiamo come essi condividano alcune caratteristiche fondamentali - in particolare, un infuso stregato di antagonismi etnici, religiosi e nazionali, portato al punto di ebollizione dall’ossessione dell’Energia.
    In ciascuno di questi conflitti, la lotta è guidata in gran parte dall’irrompere di antagonismi di lunga data tra clan vicini (spesso liberamente mischiati tra di loro), sette e popoli veri e propri.
    In Iraq e in Siria, si tratta di uno scontro tra sunniti, sciiti, curdi, turcomanni e altri; in Nigeria tra musulmani, cristiani e gruppi tribali variamente assortiti; nel Sud del Sudan tra i Dinka e i Nuer; in Ucraina, tra lealisti ucraini e russofoni allineati con Mosca; nel Mar della Cina orientale e meridionale, tra cinesi, giapponesi, vietnamiti, filippini e altri. Sarebbe facile attribuire tutto ciò a odi secolari, come suggerito da molti analisti; ma mentre tali ostilità aiutano senz’altro a indirizzare questi conflitti, essi sono altresì alimentati da un impulso più moderno: il desiderio di controllare le risorse petrolifere e di gas naturale di pregio. Non bisogna ingannarsi su di ciò, queste sono guerre del XXI secolo per l'Energia.
    Non dovrebbe sorprendere il fatto che l’Energia giochi un ruolo significativo in questi conflitti. Petrolio e gas sono, dopo tutto, le più importanti e preziose materie prime del mondo e costituiscono una fonte importante di reddito per i governi e le società che ne controllano produzione e distribuzione.
    Infatti, i governi di Iraq, Nigeria, Russia, Sudan del Sud e Siria derivano la gran parte dei loro ricavi da vendite di petrolio, mentre le grandi imprese energetiche (molte delle quali di proprietà dello Stato) esercitano un potere immenso in questi e in altri paesi coinvolti. Chiunque controlli questi stati, o le zone di produzione di gas e petrolio all'interno degli stessi, è in grado di controllare anche la raccolta e la ripartizione di ricavi cruciali [per l'economia degli stati stessi]. A dispetto dell'apparente patina di inimicizie storiche, molti di questi conflitti, quindi, sono in realtà lotte per il controllo della principale fonte di reddito nazionale.
    Viviamo inoltre in un mondo al cui centro c’è l’Energia in cui il controllo delle risorse fossili (e dei loro vettori) si traduce in peso geopolitico per alcuni stati e vulnerabilità economica per altri. Dal momento che così tanti paesi dipendono dalle importazioni di Energia, le nazioni proviste di surplus da esportarne - tra cui l'Iraq, la Nigeria, la Russia e il Sudan del Sud - spesso esercitano un'influenza sproporzionata [al loro reale peso specifico politico] sulla scena mondiale. Ciò che accade in questi paesi, a volte, conta per noi almeno tanto quanto per chi effettivamente ci viva e, pertanto, il rischio di coinvolgimento esterno nel loro conflitti - sotto forma di interventi diretti, trasferimenti di armi, invio di consiglieri militari o assistenza economica - è superiore rispetto a quanto si fa nei confronti di quasi tutte le altre nazioni [povere di risorse fossili].
    La lotta per le risorse energetiche è stato un fattore evidente in diversi conflitti recenti, tra cui la guerra Iran-Iraq del 1980-1988, la Guerra del Golfo del 1990-1991, e la guerra civile sudanese del 1983-2005. A prima vista, il fattore legato ai combustibili fossili nei più recenti focolai di tensione e di guerra può sembrare meno evidente. Ma se si guarda più da vicino si vede che ognuno di questi conflitti è, in effetti, una guerra per l'Energia.

    L'Iraq, la Siria e l'ISIS
    Lo Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (ISIS), il gruppo estremista sunnita che controlla vaste porzioni della Siria occidentale e dell'Iraq settentrionale è un milizia ben armata votata alla creazione di un Califfato Islamico nelle zone sotto il suo controllo. Per certi versi, si tratta di un'organizzazione religiosa fanatica e settaria, che cerca di riprodurre la pura, incorrotta religiosità dei primissimi tempi dell'Islam. Allo stesso tempo, l'ISIS è impegnata in un progetto convenzionale di costruzione di una nuova nazione, volto alla creazione di uno stato pienamente funzionante e con tutti i suoi attributi.
    Come gli Stati Uniti hanno imparato con sgomento in Iraq e in Afghanistan, le iniziative di nation-building [progetti di costruzione da zero di una nazione distrutta, nelle fondamenta, da una guerra N.d.T] sono costose: le istituzioni vanno create e finanziate, gli eserciti reclutati e pagati, le armi e il carburante procurati e le infrastrutture mantenute. Senza petrolio (o qualche altra redditizia fonte di guadagno), l'ISIS non potrebbe mai sperare di raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi. Tuttavia, dal momento che essa occupa adesso le aree chiave per la produzione del petrolio in Siria e gli impianti di raffinazione del petrolio in Iraq, si trova in una posizione unica per ottenerli. Il petrolio, quindi, è assolutamente essenziale per la grande strategia dell'organizzazione.
    La Siria non è mai stata una grande nazione produttrice di petrolio, ma la sua produzione anteguerra, di circa 400.000 barili al giorno, ha fornito al regime di Bashar al-Assad un'importante fonte di reddito. Al momento, la maggior parte dei giacimenti petroliferi del Paese sono sotto il controllo di gruppi ribelli, tra cui l'ISIS, il Fronte di Nusra legato ad al-Qaeda e le milizie curde locali. Sebbene la produzione dai giacimenti sia calata notevolmente, ne viene estratto e venduto (attraverso vari canali clandestini) a sufficienza da fornire ai ribelli una fonte di reddito e un capitale di esercizio. "La Siria è un paese petroliferodi e dispone di risorse, ma in passato sono stati tutte rubate dal regime", ha detto Abu Nizar, un attivista anti-governativo. "Ora sono rubate da coloro che traggono profitto dalla rivoluzione."
    In un primo momento, molti gruppi di ribelli sono stati coinvolti in queste attività estrattive, ma da gennaio, quando assunse il controllo di Raqqa, capoluogo della provincia omonima, l'ISIS è stato il giocatore dominante nei campi petroliferi. Si è inoltre impadronita dei campi nella vicina Deir al-Zour, provincia lungo il confine con l'Iraq. Infatti, molte delle armi (fornite dagli USA all'esercito regolare) sottratte all'esercito iracheno in fuga a seguito dell'avanzata a Mosul e in altre città del nord Iraq sono stati trasferite a Deir al-Zour per aiutare la campagna dell'ISIS volta a prendere il pieno controllo della regione. In Iraq, l'organizzazione sta lottando per ottenere il controllo della più grande raffineria dell'Iraq sita a Baiji, nella parte centrale del paese.
    Pare che l'ISIS venda petrolio proveniente dai giacimenti sotto il suo controllo a oscuri intermediari che a loro volta organizzano il trasporto - per lo più tramite autobotti - alla volta di acquirenti che si trovano in Iraq, Siria e Turchia. Si dice che queste vendite forniscano all'organizzazione i fondi necessari per pagare le sue truppe e acquisire le sue vaste scorte di armi e munizioni. Molti osservatori sostengono anche che l'ISIS stia vendendo petrolio al regime di Assad in cambio di immunità dagli attacchi aerei governativi lanciati contro restanti gruppi ribelli. "Molti locali a Raqqa accusano l'ISIS di collaborazionismo con il regime siriano", ha riferito un giornalista curdo, Sirwan Kajjo, ai primi di giugno. "Gli abitanti del posto dicono che mentre gli altri gruppi ribelli a Raqqa sono stati abitudinariamente sottoposti agli attacchi aerei del regime, il quartier generale del'ISIS non è stato attaccato neanche una volta."
    In qualsiasi modo gli attuali combattimenti nel nord dell'Iraq si sviluppino, è ovvio che anche lì il petrolio sia fattore chiave. L'ISIS mira sia a negare le forniture di petrolio e le entrate ad esso legate al governo di Baghdad sia a sostenere le proprie casse, migliorando la sua capacità di costruire una vera e propria nazione e facilitando ulteriori progressi militari. Allo stesso tempo, i curdi e varie tribù sunnite - alcuni di questi alleati con l'ISIS - vogliono il controllo sui campi petroliferi situati nelle zone direttamente controllate e una quota maggiore della ricchezza petrolifera della nazione.

    L'Ucraina, la Crimea e la Russia
    L'attuale crisi in Ucraina è iniziata nel novembre del 2013, quando il presidente Viktor Yanukovich ha ripudiato un accordo teso a rendere più stretti i legami economici e politici con l'Unione europea (UE), optando invece per legami più stretti con la Russia. Tale atto ha scatenato feroci proteste anti-governative a Kiev e, alla fine, ha portato alla fuga di Yanukovych stesso dalla capitale. Con il principale alleato di Mosca messo fuori gioco e le forze pro-UE che avevano asunto il controllo della capitale, il presidente russo Vladimir Putin si mosse per prendere il controllo della Crimea e per fomentare le spinte separatiste nell'Ucraina orientale. Per entrambe le parti, la lotta che ne è scaturita ha riguardato la legittimità politica e l'identità nazionale - ma come in altri conflitti recenti, sullo sfondo c'era anche la questione dell'Energia.
    L'Ucraina non è di per sé un importante produttore di Energia. Rimane, tuttavia, una via di transito importante per la fornitura di gas naturale russo verso l'Europa. Secondo la statunitense Agenzia per le Informazioni sull’Energia [Energy Information Administration o EIA, il principale consigliere presidenziale per l’Energia NdT], nel 2013 l'Europa ha preso il 30% del suo gas dalla Russia - la maggior parte di esso da Gazprom, gigante a controllo statale – con circa la metà di questo gas che è stato trasportato in gasdotti stesi in Ucraina. Ne consegue che il paese svolge un ruolo critico nelle relazioni energetiche tra Europa e Russia, un ruolo che si è dimostrato sia incredibilmente redditizio per le élite ombra e gli oligarchi che controllano tale flusso sia, allo stesso tempo, fonte di intense polemiche. Le controversie sul prezzo pagato dall’Ucraina per le proprie importazioni di gas russo ha provocato per due volte tagli nelle forniture di Gazprom, portando in quelle occasioni alla diminuzione delle forniture verso l’Europa.
    Dato per assodato questo contesto, non deve sorprendere il fatto che un obiettivo fondamentale dell’"accordo di associazione" tra l'Unione Europea e l'Ucraina, ripudiato da Yanukovich (e ora firmato dal nuovo governo ucraino) preveda l'estensione delle norme energetiche dell'UE al sistema energetico ucraino - eliminando di fatto i benevoli accordi intercorsi tra le élite ucraine e Gazprom. Con la stipula del contratto, sostengono i funzionari dell’UE, l'Ucraina inizierà "un processo di ravvicinamento della propria legislazione sull'Energia alle norme e agli standard dell'UE, facilitando così le riforme del mercato interno."
    I leader russi hanno molte ragioni per disprezzare l'accordo di associazione. Per prima cosa, esso consegnerà l'Ucraina, un paese posto sui propri confini, a un’integrazione più stretta, sia politica sia economica, con l'Occidente. Di particolare interesse, tuttavia, sono le disposizioni riguardanti l'Energia, data la dipendenza economica della Russia sulle vendite di gas in Europa - per non parlare della minaccia che rappresentano per le fortune personali di élite russe particolarmente ammanicate. Verso la fine del 2013 Yanukovich ha subito un’immensa pressione da parte di Vladimir Putin affinché voltasse le spalle all'UE e accettasse invece un'unione economica con la Russia e la Bielorussia, un accordo che avrebbe protetto la status di privilegio delle élite in entrambi i paesi. Tuttavia, muovendosi in questa direzione, Yanukovich ha palesemente messo sotto i riflettori sulla politica clientelare che aveva a lungo afflitto il sistema energetico dell'Ucraina, innescando così le proteste in piazza dell'Indipendenza di Kiev (il Maidan) che hanno portato alla sua caduta.
    Una volta iniziate le proteste, una sequenza di eventi ha portato all’attuale situazione di stallo, con la Crimea in mani russe, gran parte dell'est sotto il controllo dei separatisti filo-russi e le aree occidentali [definite come rump, groppa nel testo originale, probabilmente a causa della forma geografica NdT] sempre più vicine all'UE. In questa lotta tuttora in corso, l'identità politica ha giocato un ruolo di primo piano, con i leader di tutte le fazioni a fare appello alle lealtà nazionali ed etniche. L’Energia, nondimeno, rimane un fattore importante nell'equazione. Gazprom ha ripetutamente alzato il prezzo chiesto all'Ucraina per le importazioni di gas e il 16 giugno ha interrotto del tutto l’approvvigionamento, sostenendo il mancato pagamento delle passate consegne. Il giorno dopo, un'esplosione ha danneggiato uno dei principali gasdotti che trasportano il gas russo verso l'Ucraina - un evento ancora in fase di investigazione. Gli accordi sul prezzo del gas rimangono una questione importante nei negoziati in corso tra il neoeletto presidente ucraino, Petro Poroshenko, e Vladimir Putin.
    L’Energia ha persino giocato un ruolo chiave nella determinazione della Russia di annettere la Crimea manu militari. Annettendo quella regione, la Russia ha praticamente raddoppiato la regione off-shore [col termine si indica la regione di proprietà esclusiva in cui poter effettuare prospezioni e trivellazioni in mare NdT] sotto il suo controllo nel Mar Nero, che si pensa possa ospitare miliardi di barili di petrolio e vaste riserve di gas naturale. Prima della crisi, diverse aziende petrolifere occidentali, tra cui ExxonMobil, negoziavano con l'Ucraina per l'accesso a tali riserve. Ora, negozieranno con Mosca. "È un grosso problema", ha detto Carol Saivetz, un esperto di problematiche euroasiatiche presso il MIT. "in quanto priva l’Ucraina della possibilità di sviluppare queste risorse e le consegna in mano russa."

    La Nigeria e il Sudan del Sud
    I conflitti in Sudan del Sud e Nigeria sono differenti per molti aspetti, ma entrambi condividono un fattore chiave: la rabbia diffusa e la sfiducia nei confronti dei funzionari governativi che sono diventati ricchi, corrotti e dispotici grazie all'accesso alle abbondanti entrate petrolifere.
    In Nigeria, il gruppo di ribelli Boko Haram sta lottando per rovesciare il sistema politico esistente e stabilire uno stato di stampo puritano e governato da leggi Islamiche. Sebbene la maggior parte dei Nigeriani denigrino i metodi violenti del gruppo (tra cui il sequestro di centinaia di ragazze adolescenti avvenuto in una scuola statale), Boko Haram ha tratto forza dal disgusto, proprio della parte settentrionale e povera del paese, per il governo centrale sito nella lontana Abuja, la capitale, considerato corrotto fino al midollo.
    La Nigeria è il più grande produttore di petrolio in Africa, grazie a un’estrazione giornaliera di circa 2,5 milioni di barili. Con il prezzo del petrolio che veleggia intorno ai 100 dollari al barile, questo rappresenta una fonte potenzialmente impressionante di ricchezza per la nazione, persino al netto della parte presa dalle imprese private coinvolte nelle routinarie operazioni estrattive. Se questi profitti - stimati in decine di miliardi di dollari all'anno – venissero usati per stimolare lo sviluppo e migliorare la sorte della popolazione, la Nigeria potrebbe essere un grandioso faro di speranza per tutta l'Africa. Invece, gran parte del denaro scompare nelle tasche (e relativi conti bancari esteri) di élite nigeriane ben ammanicate.
    Nel mese di febbraio, il governatore della Banca centrale della Nigeria, Lamido Sanusi, ha detto a una commissione parlamentare d'inchiesta che la Nigerian National Petroleum Corporation (NNPC), di proprietà statale, non era riuscita a trasferire circa 20 miliardi di dollari ricavati dalla vendita di petrolio alla tesoreria nazionale, come richiesto dalla legge. I soldi erano evidentemente stati deviati verso conti privati. "Una notevole quantità di denaro è andato perduto", ha detto al New York Times . "Non stavo parlando solo di numeri. Ho dimostrato che era una frode. "
    Per molti nigeriani - la maggior parte dei quali vive con meno di 2 dollari al giorno - la corruzione in Abuja, combinata con la brutalità indiscriminata delle forze di sicurezza del governo è una fonte costante di rabbia e risentimento, genera reclute per gruppi di insorti come Boko Haram e vince l’ammirazione riluttante della popolazione. "Sanno bene la frustrazione che è in grado di portare qualcuno a prendere le armi contro lo stato", ha detto al National Geographic il giornalista James Verini riguardo le persone che ha intervistato nelle aree settentrionali della Nigeria, sfregiate dalla guerra. In questa fase, il governo ha mostrato una capacità pari a zero di sopraffare l'insurrezione, mentre la sua inettitudine e le tattiche militari dell’uso della mano pesante gli hanno solo ulteriormente alienato le simpatie dei Nigeriani comuni.
    Il conflitto nel Sudan del Sud ha radici diverse da quello nigeriano, ma condivide con quest’ultimo un collegamento legato all’Energia. Nei fatti, la stessa formazione del paese è un prodotto della politica del petrolio. La guerra civile in Sudan che durò dal 1955 al 1972 si è conclusa solo quando il governo di matrice Islamica del nord ha accettato di concedere più autonomia ai popoli del Sud del paese, in gran parte praticanti le religioni tradizionali africane e il Cristianesimo. Tuttavia, quando fu scoperto il petrolio nel Sud, i governanti del Sudan del Nord ripudiarono molte delle loro precedenti promesse e cercarono di ottenere il controllo dei giacimenti petroliferi, scatenando una seconda guerra civile, che durò dal 1983 al 2005. Si stima che circa due milioni di persone abbiano perso la loro vita solo in questi combattimenti. Alla fine, al Sud fu concessa piena autonomia e il diritto di esprimersi mediante voto sulla secessione dal governo centrale. A seguito di un referendum del gennaio 2011, in cui il 98,8% degli abitanti della parte meridionale della nazione ha votato a favore della secessione, il Paese divenne indipendente il 9 luglio.
    Il nuovo stato era appena stato fondato, tuttavia, che il conflitto con il Nord per lo sfruttamento del suo petrolio riprese. Mentre il Sudan del Sud ha petrolio in abbondanza, l'unico oleodotto che consente al paese di esportarlo si distende nel Sudan del Nord verso il Mar Rosso. Ciò ha garantito che la parte Sud sarebbe dipesa da quella Nord per la principale fonte di entrate del governo. Furiosi per la perdita dei giacimenti, il Sudan del Nord aumentò eccessivamente i prezzi di trasporto del petrolio, causando un taglio nelle consegne di petrolio dal Sud e sporadici atti di violenza lungo il confine ancora conteso tra i due paesi. Infine, nel mese di agosto 2012, le due parti hanno concordato una formula per condividere la ricchezza e il flusso di petrolio è ripreso. I disordini sono comunque continuati in alcune zone di confine controllate dal Sudan del Nord, ma popolato da gruppi legati allo stato del Sud.
    Essendosi assicurato il flusso di redditi da petrolio, il leader del Sudan del Sud, il presidente Salva Kiir , ha cercato di consolidare il suo controllo sul paese e tutti i proventi del petrolio. Sostenendo l’imminenza di un tentativo di colpo di stato da parte dei suoi rivali, guidato dal Vice Presidente Riek Machar, ha sciolto il suo governo multietnico il 24 luglio del 2013 e ha iniziato ad arrestare gli alleati di Machar. La lotta di potere che ne è risultata si è trasformata rapidamente in una guerra civile su base etnica, con i parenti del presidente Kiir, un Dinka, che combattono i membri del gruppo Nuer, di cui Machar è membro. Nonostante i vari tentativi di negoziare un cessate il fuoco, gli scontri sono in corso da dicembre, con migliaia di persone uccise e centinaia di migliaia costrette ad abbandonare le proprie case.
    Come in Siria e in Iraq, gran parte dei combattimenti nel Sudan del Sud si è concentrata intorno ai campi petroliferi, ritenuti vitali, con entrambe le parti determinate a controllare e incamerare i profitti generati. Intorno al marzo di quell’anno, mentre era ancora sotto il controllo del governo, il campo Paloch nello stato del Nilo Superiore produceva circa 150.000 barili al giorno, per un valore di circa 15 milioni di dollari per il governo e le compagnie petrolifere che vi operavano. Le forze ribelli, guidati dall'ex Vice Presidente Machar, stanno cercando di conquistare quei giacimenti al fine di negare tali entrate al governo. "La presenza di forze fedeli a Salva Kiir in Paloch, che è finalizzata all’acquisto di più armi per uccidere la nostra gente ... non è accettabile per noi", ha detto Machar in aprile. "Vogliamo prendere il controllo del campo petrolifero. È il nostro petrolio". Attualmente, il giacimento resta nelle mani del governo, con le forze ribelli che, secondo alcune testimonianze, guadagnano terreno nelle vicinanze.

    Il Mar Cinese Meridionale

    Sia nel Mar Cinese Meridionale sia in quello Orientale, la Cina ei suoi vicini rivendicano la proprietà di vari atolli e isole che si trovano a cavallo di vaste riserve sottomarine di petrolio e di gas. Le acque di entrambi hanno visto ricorrenti scontri navali nel corso degli ultimi anni, con il Mar Cinese Meridionale recentemente sotto i riflettori.
    Quel mare, una propaggine ricca di Energia del Pacifico occidentale, da tempo oggetto di contesa, è circondato dalla Cina, dal Vietnam, dall'isola del Borneo e dalle Filippine. Le tensioni hanno raggiunto il picco in maggio, quando i cinesi schierarono il loro più grande impianto di perforazione per acque profonde, l'HD-981, nelle acque rivendicate dal Vietnam. Una volta nella zona di perforazione, circa 120 miglia nautiche al largo della costa del Vietnam, i cinesi hanno circondato l'HD-981 con una grande flotta di navi della marina e della guardia costiera. Quando le navi della guardia costiera vietnamita hanno tentato di penetrare all’interno di questo anello difensivo, nel tentativo di scacciare l'impianto di perforazione, sono stati speronati dalle navi cinesi e colpite con cannoni ad acqua. Non sono ancora state perse vite in questi incontri, ma la rivolta anti-cinese vietnamita, in risposta allo sconfinamento navale, ha lasciato parecchi morti e gli scontri in mare sono destinato a continuare per diversi mesi fino a quando i cinesi sposteranno l'impianto ad un’altra posizione (forse altrettanto controversa).
    I disordini e gli scontri innescati dal dispiegamento dell’HD-981 sono stati guidati in gran parte dal nazionalismo e dal risentimento per le umiliazioni del passato. I cinesi, insistendo sul fatto che diverse piccole isole nel Mar Cinese Meridionale una volta erano governate dal loro paese, cercano ancora di superare le perdite e le umiliazioni territoriali che hanno sofferto per mano delle potenze occidentali e del Giappone imperiale. I vietnamiti, da tempo abituati alle invasioni cinesi, cercano di proteggere ciò che considerano il loro territorio sovrano. Per i cittadini comuni in entrambi i paesi, dimostrare determinazione nella controversia è una questione di orgoglio nazionale.
    Ma vedere la spinta cinese nel Mar Cinese Meridionale come una semplice questione di impulsi nazionalistici sarebbe un errore. Il proprietario dell’HD-981, la China National Offshore Oil Company (CNOOC), ha condotto numerosi test sismici nella zona contesa e ritiene evidentemente che ci sia un grande serbatoio di Energia lì. "Si stima che nel Mar Cinese Meridionale ci siano dai 23 ai 30 miliardi di tonnellate di petrolio e 16 trilioni di metri cubi di gas naturale, pari a un terzo del totale delle risorse petrolifere e di gas della Cina ", ha notato l'agenzia di stampa cinese Xinhua. Inoltre, la Cina ha annunciato in giugno che è via di dislocazione un secondo impianto di perforazione nelle controverse [in quanto reclamate da diverse nazioni] acque del Mar Cinese Meridionale, questa volta alla foce del Golfo del Tonchino.
    Essendo il più grande consumatore mondiale di Energia, la Cina sta cercando disperatamente di acquisire nuove forniture di combustibili fossili ovunque sia possibile. Sebbene i suoi leader siano pronti ad acquistare sempre maggiori quantità di petrolio e gas Africano, Russo e mediorientale al fine di soddisfare le crescenti esigenze energetiche della nazione, non deve sorprendere che essi preferiscano sviluppare e sfruttare le forniture interne. Per loro, il Mar Cinese Meridionale non è una fonte "straniera" di Energia, ma una cinese, e sembrano determinati a usare qualsiasi mezzo necessario per assicurarselo. Dal momento che anche altri paesi, tra cui il Vietnam e le Filippine, cercano di sfruttare queste riserve di petrolio e gas, ulteriori scontri, in un escalation dei livelli di violenza, sembrano quasi inevitabili.

    Nessuna fine in vista per i combattimenti [per l’Energia]
    Come questi conflitti e altri simili suggeriscono, la lotta per il controllo degli asset strategici di tipo energetico o per la distribuzione dei proventi del petrolio è un fattore critico nella maggior parte del panorama bellico contemporaneo. Mentre le divisioni etniche e religiose possono fornire il carburante politico e ideologico di queste battaglie, è la potenziale di fare profitti mastodontici a mantenere in vita le lotte. Senza la promessa di tali risorse, molti di questi conflitti sarebbero alla fine morti per mancanza dei fondi necessari a comprare le armi e pagare le truppe. Finché il petrolio continua a scorrere, però, i belligeranti hanno sia i mezzi e sia l’incentivo per continuare a combattere.
    In un mondo legato a doppio filo ai combustibili fossili, il controllo delle riserve di petrolio e gas è una componente essenziale del potere nazionale. "Il petrolio potenzia più di automobili e aeroplani," ha detto Robert Ebel del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali durante un audizione del Dipartimento di Stato nel 2002. "Il petrolio potenzia la forza militare, il Tesoro nazionale [inteso come economia e livello di spesa di uno stato] e la politica internazionale." È molto più del normale commercio di una materia prima, "è un fattore determinante del benessere, della sicurezza nazionale e della potenza in campo internazionale per coloro che possiedono questa risorsa vitale e il contrario per coloro che non ne hanno."
    Semmai ciò è ancora più vero oggi, e mentre le guerre per l'Energia si estendono, la verità di questa asserzione diventerà ancora più evidente. Un giorno, forse, lo sviluppo delle fonti rinnovabili di Energia può far decadere questo detto. Ma nel nostro mondo attuale, se si vede un conflitto in via di sviluppo, si cerchi una ragione legata all’Energia. Sarà lì da qualche parte in questo nostro pianeta che va a combustibili fossili

    MICHAEL T. KLARE TomDispatch.com
    Michael T. Klare, un contributore abitudinario di TomDispatch.com, è professore di studi sulla sicurezza e la pace mondiali presso l’Hampshire College ed è autore, più recentemente, di The Race for What’s Left [La corsa per ciò che è rimasto NdT]. Una versione in videodocumentario del suo libro Blood and Oil [Sangue e Petrolio] è disponibile presso la Media Education Foundation.

    Fonte: www.countercurrents.org/
    Link: www.countercurrents.org/klare090714.htm
    Traduzione per www.comedonchisciotte.or a cura di PG http://www.comedonchisciotte.org/site/modu...ticle&sid=13648

    http://realtofantasia.blogspot.it/2014/07/...xxi-secolo.html
  5. .
    Tempo che impazzisce, Scie che aumentano
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    La propaganda inventa sempre nuove terminologie che vengono vendute al pubblico come un dato di fatto; tanto nessuno si pone domande sull'origine della nuova definizione o sul fatto che il giorno prima nessuno conosceva il termine nè ciò che esso identificava, mentre il giorno dopo ogni media ne parla come se fosse sempre esistito.
    E così abbiamo le "Bombe d'acqua",
    oppure l'isis che spunta fuori dal nulla conquistando interi paesi e sostituendo provvidenzialmente al-Qa.ida, solo per fare due esempi recenti.
    Vedremo cosa si inventeranno per l'evento di due giorni fa; esattamente il 22:09:2014, la città di Venezia ha subito infatti un bombardamento completamente assurdo e pazzesco di grandine.
    Per più di venti minuti, con una furia incredibile, una tempesta di ghiaccio si è abbattuta sulla città arrivando in alcune zone a coprire la pavimentazione con oltre 5 centimetri di chicchi ghiacciati grossi come noci.
    Per avere un'idea è sufficiente guardare queste foto:
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    grandine05
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    ...O questi video:
    Grandinata a Venezia, il video
    Grandinata al Lido di Venezia
    Anche questi due articoli rendono bene la straordinarietà dell'evento:
    Opere del Tiepolo danneggiate a Venezia
    Grandinata sulle auto, un affare milionario
    Molti articoli dunque, mentre i "veci" (i vecchi, gli anziani Ndr) che ricordano benissimo la laguna ghiacciata nel 1929 a causa di un inverno particolarmente rigido:

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    ...Ma non ricordano nulla di simile all'incredibile grandinata piovuta nella loro città.
    I Veneziani sono sgomenti anche per un'altro fatto che i giornali si sono dimenticati di riportare: questo ghiaccio non si è sciolto velocemente come accade nelle normali grandinate; il mattino seguente ricopriva ancora diverse zone e a Venezia , in questi giorni, non ci sono certo temperature invernali; l'estate mai arrivata quest'anno (a causa delle pioggie e per la mancanza del caldo torrido), ci regala mattinate fresche e tarde mattinate calde quando non afose. Quale strana tipologia di ghiaccio così stranamente resistente è caduta? Ci si domanda.
    Questo evento inusuale però è probabilmente servito a risvegliare il troppo assopito senso critico dei cittadini dato che due giorni dopo e cioè oggi: 24/09/2014, una consistente parte della popolazione lagunare si è improvvisamente accorta di quello che accadeva sulle loro teste ed ha inizato a chiamare i giornali allarmata.
    I più attenti sanno fin troppo bene che le operazioni di aerosol o "Scie chimiche" che dir si voglia, dal 2008 sui cieli veneziani non conoscono tregua e si mostrano 24 ore su 24 (giorno e notte) in qualsiasi condizione di temperatura o atmosferica. Già questo sarebbe sufficiente a liquidare la banale scusa della "scia di condensazione" ma solitamente il pubblico non ci fa caso, non se ne accorge neppure.
    Oggi però, ciò che si è visto in cielo era davvero troppo. Scie persistenti da orizzonte a orizzonte, quindi lunghe centinaia di km fabbricate in continuazione e a un ritmo frenetico (moltissimi aerei in transito) che durante le ore di persistenza si ingigantivano sempre più fino ad arrivare verso l'una del pomeriggio a una totale e artificiale copertura del cielo.
    Qui potete vedere un video che ho girato con il telefonino e che grazie ai punti di riferimento a terra mostra chiaramente la dimensione delle scie appena formate rispetto a quelle presenti da alcune ore. La crescita esponenziale delle dimensioni della scia è davvero impressionante:
    Sempre con il telefonino ho scattato alcune fotografie che riporto qui:

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    Come dicevo, il cielo di questa mattina ha impressionato molte persone e a sorpresa, verso sera, mi segnalano il seguente articolo prontamente apparso sul sito del Gazzettino, il quotidiano veneto:
    "Grandinata anomala e scie chimice: il maltempo si tinge di mistero"
    L'articolo per certi versi è sorprendente; non parla al solito di complottisti visionari ma denuncia i fatti e il silenzio degli organi competenti interpellati dal consigliere comunale Alessandro Scarpa in merito agli eventi del mattino.
    L'unico ente che risponde al consigliere è l'osservatorio aria dell'ARPAV e, cito dall'articolo:
    "...L'unico ad avermi dato una risposta esauriente è stato il Servizio osservatorio aria dell'Arpav, dove avevano già preparato una relazione informativa per i cittadini. Secondo tale relazione, in pratica, i gas degli aerei dopo 10 minuti si disperdono nell’ambiente per cui non va dato molto peso alle paure e alle sensazioni dei cittadini..."
    A parte l'ultimo passaggio (in neretto) piuttosto emblematico che fa ovviamente storcere il naso anche al consigliere comunale...
    ...Alessandro Scarpa non si mostra per nulla daccordo con le parole dell'ARPAV ma si dimentica forse di sottolineare una cosa: nessuna delle scie si è dispersa nell'ambiente dopo 10 minuti; quelli che l'ARPAV chiama eufemisticamente: "gas degli aerei", hanno persistito per ore, moltiplicando il loro volume e arrivando a una totale copertura del cielo visibile.
    L'articolo è comunque rilevante perchè punta il dito su questo problema; il tutto poi succede in questo periodo in cui i grandi della terra discutono di cambiamenti climatici e Obama invita la Cina a unirsi agli Usa nella lotta al riscaldamento globale.
    Peccato che chi discute del clima in questi giorni sono quegli stessi governi che hanno documentato da tempo di possedere la tecnologia per manipolare il clima e, cosa più importante, di avere la volontà di farlo per scopi bellici, anche se la propaganda asserisce che queste tecnologie possono essere utilizzate per scopi etici e umanitari come quello di ridurre il riscaldamento globale.
    I cittadini nel frattempo, tardi a svegliarsi, aspettano un nuovo termine propinato dai media da inserire nel linguaggio popolare che descriva un nuovo evento mai visto ma al quale dovremo abituarci.
    Buon clima a tutti.


    http://ilporticodipinto.it/content/tempo-c...e-che-aumentano

    http://alfredodecclesia.blogspot.it
  6. .
    Hong Kong: proteste per la Democrazia.E’ ribellione nella periferia dell’impero cinese

    Occupy Wall Street” precursore di un Nuovo Ordine Mondiale?


    Questi movimenti Occupy sono finanziati dai fautori del NWO?

    C'e' qualcuno che dall'ombra sta finanziando le opposizioni per destabilizzare la Cina?

    E’ ribellione nella periferia dell’impero cinese. 100mila cittadini in piazza. Sfidano Pechino. Chiedono democrazia. Polizia usa gas lacrimogeni, spray al pepe e manganelli Di Alessio Fratticcioli KUALA LUMPUR (Asiablog) – Il 31 agosto scorso, in vista delle elezioni in programma ad Hong Kong per il 2017, il governo cinese ha imposto un provvedimento che mira a limitare chi può presentarsi come candidato attraverso un sistema di filtri che consentirà solo ai candidati “patriottici”,
    vale a dire filo-Pechino ed anti-democratici, di concorrere. La decisione del regime di Pechino e’ stata interpretata da molti dei 7 milioni di cittadini di Hong Kong come un palese ed autoritario tentativo di falsare le elezioni per impedire un genuino processo democratico nella città che fu colonia britannica fino al 1997. Dopo settimane di discussioni, la rabbia e’ esplosa lo scorso fine settimana, quando gli studenti, presto raggiunti da tanti altri cittadini, hanno inondato le strade dando vita a una delle piu’ grandi proteste di massa della storia locale.

    OCCUPARE CON PACE E AMORE - La maggioranza dei manifestanti si riconoscono nel movimento Occupy Central With Love and Peace, o semplicemente Occupy Central, nato con lo scopo di democratizzare Hong Kong attraverso una lotta nonviolenta caratterizzata da manifestazioni pacifiche ed azioni di disobbedienza civile, come ad esempio l’occupazione del quartiere centrale di Hong Kong, che rappresenta il cuore della politica e degli affari. I principali organizzatori di Occupy Central sono Benny Tai, un professore di diritto, Chan Kin-man, professore di sociologia, e Chu Yiu-ming, pastore battista. In precedenza, Occupy Central aveva annunciato che una campagna non violenta di disobbedienza di massa avrebbe avuto inizio il primo ottobre in risposta alla decisione di Pechino di impedire libere elezioni nel 2017. Ma gli studenti non hanno aspettato, ed il 22 settembre hanno fatto partire una loro protesta a favore della democrazia prima nelle universita’ e poi, durante il weekend, fuori della sede del governo di Hong Kong. A quel punto Occupy Central ha deciso di anticipare le sue proteste ed unirsi alle manifestazioni studentesche. La polizia e’ intervenuta con gas lacrimogeni, spray al pepe e manganelli per cercare di disperdere I manifestanti. Nulla da fare: le piazza rimangono occupate, la protesta e’ ad oltranza. “Occupy Central e’ diventata Occupy Hong Kong”, ha detto un manifestante.

    LA CINA DENUNCIA LA PROTESTA - Nella Cina continentale le manifestazioni sono state prontamente denunciate dai media di regime. La stampa cinese, facendo ricorso ai classici discorsi di “sicurezza nazionale”, ha denunciato “forze esterne” che starebbero tentando di influenzare gli affari interni di Hong Kong per incoraggiare “i sentimenti separatisti”. Il China Daily descrive le proteste come “illegali” e “non autorizzate”. Un articolo del Global Times da risaltoalla denuncia delle proteste da parte del governo di Hong Kong insieme al comportamento “misurato” delle forze dell’ordine, mentre un editoriale della stessa testate critica il movimento che “rovina l’immagine di Hong Kong”. Gli attivisti rifutano queste rappresentazioni e continuano a chiedere riforme politiche ed elezioni democratiche che soddisfino gli standard internazionali. “Abbiamo una superiorità morale che ci viene proprio dalla non violenza,” sostengono i manifestanti.

    HONG KONG CHIEDE DEMOCRAZIA - Manifestazioni e proteste pubbliche svolgono un ruolo importante nel particolare contesto socio-politico di Hong Kong. Gli abitanti del posto, a differenza dei cinesi della Cina continentale, hanno libertà di parola ed hanno diritto di protestare. Nonostante ciò, essi non possono ancora eleggere direttamente il loro governo. Al momento il governatore è eletto da una commissione di 1200 persone, metà delle quali sono di fatto nominate dalle corporation (attraverso un sistema di comitati sul territorio). Molti dei cittadini scesi in piazza vogliono semplicemente ottenere pieni diritti civili, compreso quello di eleggere il governo, e credono che manifestazioni nonviolente e disobbedienza civile sia l’unico modo di conquistare questo diritto. D’altronde, alcune delle precedenti manifestazioni tenutesi ad Hong Kong sono riuscite a raggiungere i loro obiettivi. Una controversa legge di sicurezza nazionale proposta nel 2002, conosciuta come l’articolo 23, che intendeva istituire delle classi di “educazione patriottica” nelle scuole dell’ex colonia britannica, è stata accolta da manifestazioni di vasta portata che hanno spinto il governo a fare marcia indietro riguardo quello che i locali consideravano un meschino tentativo di introdurre propaganda di regime cinese nei curriculum scolastici di Hong Kong.

    PECHINO TEME LA DEMOCRAZIA - Le manifestazioni di oggi sono ancora più grandi e più sentite di quelle viste negli anni passati. Anche le richieste dei manifestanti sono maggiori, e riguardano un tema particolarmente spinoso per il regime cinese: la democrazia. Esigere piena democrazia significa voler cambiare radicalmente il modo in cui Hong Kong è governata, cosa che Pechino non puo’ non considerare come una sfida diretta alla propria autorità, nonche’ un pericoloso precedente che rischia di essere seguito da altre citta’ e regioni della “Repubblica Popolare”, un impero che di fatto continua ad essere retto da un anacronistico Politburo di sette persone.

    PERICOLO VIOLENZE - Per ora le autorita’ hanno risposto alle proteste utilizzando principalmente gas lacrimogeni allo scopo di disperdere la folla dei manifestanti, che appare in maggioranza pacifica e ben organizzata, nonostante alcuni manifestanti abbiano tentato di prendere d’assalto gli edifici governativi. Ma la situazione potrebbe cambiare velocemente, anche considerando il fatto che nel corso degli ultimi anni ad Hong Kong, insieme alla crescente polarizzazione politica, le proteste sono diventate più conflittuali e si sono registrati scontri tra manifestanti pro-democrazia e gruppi anti-democrazia (cioe’ pro-Pechino). Mentre gli organizzatori insistono che Occupy Central è un movimento democratico, non-violento, di disobbedienza civile, alcuni analisti temono la situazione possa sfuggire di mano. In particolare, si teme che le autorita’ possano decidere di utilizzare agenti provocatori per creare quei disordini che fornirebbero la scusa per lanciare una repressione anche violenta.

    http://www.asiablog.it/2014/09/29/hong-kon...-la-democrazia/
  7. .
    continuano ad apparire voragini improvvise su tutto il pianeta
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    Le Voragini Anomale (Sink-Hole in lingua inglese) continuano ad apparire in tutto il pianeta. E’ il turno della Crimea, gli esperti tentano di effettuare ricerche e dare possibili delucidazioni sulla loro genesi. In realtà non si riesce a dare una risposta certa sulla loro origine a causa delle numerose anomalie che presentano: la forma cilindrica pressoché regolare, l’assenza di detriti nei dintorni o a distanza



    Si apre un Sinkhole in Crimea

    Si apre un Sinkhole a Sinferopol in Crimea, un auto precipita dentro e ci sarebbero sei morti; gli inquirenti stanno indagando sul caso, non si esclude comunque la possibilità che la strada abbia ceduto in seguito a lavori fatti male. La notizia è stata riportata da TVZVEZDA e da RiaNovosti. Noi vediamo comunque il classico sinkhole e non un cedimento della strada e basta. Riportiamo a seguire l’articolo per esteso senza correzioni della traduzione. Vicino Simferopol nel risultato del crollo della strada ha ucciso sei persone, tra cui due bambini. Su di essa informa RIA “Novosti”, con riferimento alla città procuratore Dmitry Pogudina. Il crollo della sede stradale si è verificato alle 3:30 ora locale sulla tangenziale che collega Yevpatoriyskoe e Nikolaev autostrada.

    Su le dimensioni del cratere strada di 8 metri di larghezza e di profondità. Subito dopo il fallimento di un tratto di strada non illuminata nella fossa a tutta velocità giù per la macchina. “Come risultato di sinkhole fallito auto Lada in cui c’erano otto persone. Mortalmente ferito sei persone, due sono in terapia intensiva, “- ha detto il rappresentante del Ministero delle Situazioni di emergenza dal luogo dell’incidente. “A prima vista, scarsa costruzione della strada. Indagine si occuperà della commissione d’inchiesta della Repubblica di Crimea, e l’ufficio del procuratore conduce controlli “- ha detto Pogudin. Attualmente, la scena funziona MOE e la polizia, sono stabiliti i motivi dell’incidente.



    http://uvnnews.altervista.org/si-apre-sinkhole-in-crimea/
  8. .
    L’agenda degli illuminati: crisi economica, terza guerra mondiale e biochip

    John Todd è uno di quei personaggi che ha sempre percepito che qualcosa nel mondo non andasse per il verso giusto. Infatti, buona parte della sua vita, Todd la spesa per cercare di scoprire e diffondere la fantomatica cospirazione architettata dai cosiddetti “illuminati”, tesa al controllo e al dominio del pianeta Terra.
    Secondo Todd, la cospirazione per dominare il mondo è antica quanto l’uomo stesso. Gli illuminati, nella storia recente, sono intervenuti pesantemente nelle vicende dell’umanità, partendo dall’azione imperiale di Napoleone,
    passando per la Prima guerra mondiale, per giungere alla follia della Seconda Guerra Mondiale.

    Il motivo di tali interventi è chiaro: la creazione del governo unico mondiale e l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale, per gestire più semplicemente e più invasivamente l’umanità, al fine di conservare il potere per sempre. Solo cinquemila persone in tutto il mondo sarebbero a conoscenza del vero scopo degli Illuminati e dei dettagli del piano per arrivare al governo totale della Terra. Secondo Todd, le aree privilegiate di intervento scelte dai cospiratori sarebbero sei: l’economia, la politica, l’esercito, la scuola, la religione e i mezzi di informazione.

    In un documento redatto alla fine di una riunione avvenuta l’1 agosto del 1972, Philippe Rothschild, uno degli animatori più attivi della cospirazione, avrebbe posto all’ordine del giorno alcuni punti d’intervento nell’agenda operativa degli illuminati:
    1) creazione di una finta carenza di cibo e di carburante;
    2) emanazione di leggi tese a sospendere i diritti sanciti dalle costituzioni in caso di “emergenza nazionale”;
    3) rimozione delle esenzioni fiscali alle chiese;
    4) legge anti-accaparramento: quando la crisi economica scoppierà, verranno puniti coloro che accumulano cibo, carburanti e medicine sufficienti per 30 giorni;
    Inoltre, sono stati sanciti alcuni punti importanti, nel momento in cui scoppierà la programmata Terza Guerra Mondiale:
    1) il 90% della popolazione degli Stati Uniti dovrà morire durante il primo semestre della Terza Guerra Mondiale;
    2) 3000 missili colpiranno gli Stati Uniti entro la prima ora di guerra;
    3) le città più industrializzate del pianeta saranno distrutte;
    Fantapolitica? Fantascienza? Fantastoria? Probabile. Eppure, secondo i teorici della cospirazione, il 90% del piano degli Illuminati è stato puntualmente realizzato nei tempi previsti. Basta considerare il Patrioct Act emanato da George W. Bush all’indomani degli attacchi alle Torri Gemelle, oppure ai due provvedimenti promulgati da Barak Obama e spacciati come piani antiterroristici. E che dire della crisi economica che sta imperversando su tutto il pianeta.
    Almeno in Europa, sembra che la classe tecnocratica sia più interessata a salvare l’euro che le persone. Perché questo accanimento verso il disastro? Per non parlare delle continue polemiche sulle esenzioni fiscali della Chiesa e delle chiese (fermo restando che quando le religioni usano le proprie strutture per fini di lucro, quali alberghi, ristoranti o altro, è bene che paghino le tasse, ben inteso).
    Cosa aspettarci per il futuro? Se si tratta solo di fantasie di una mente malata, questo lo scopriremo molto presto. Guardando l’andamento del pianeta nel suo insieme, l’impressione che si ha è che i giochi siano fatti e che non sia più una questione di “se”, ma una questione di “quando”. Ma, ripeto, questa è solo un’impressione.

    La questione del microchip

    Mondex è la compagnia che fornisce un sistema di danaro elettronico ed ha già più di venti nazioni che aderiscono al loro progetto. Mondex è la forma abbreviata di Money Dexter, vale a dire: soldi nella mano destra.
    Motorola, che produce i microchip per la Mondex Smart Card, ha sviluppato diversi biochips innestabili nel corpo umano. Il chip BT95-2000, progettato dal dottor Carl Sanders, grande circa quanto un granello di riso, contiene una batteria al litio ricaricabile. Questa batteria è ricaricata con un circuito termico che produce energia elettrica dalle fluttuazioni della temperatura corporea.
    Si sono spesi più di 1,5 milioni di dollari per studiare dove piazzare il chip all’interno del corpo umano. Si sono trovati solo due posti adatti allo scopo: la fonte, giusto sotto l’attaccatura dei capelli, e il dorso della mano.
    Mastercard ha comprato il 51% del pacchetto azionario della compagnia e con una copertura finanziaria come quella di Mastercard, adesso, per stessa ammissione dei suoi dirigenti, non c’è più niente che possa fermare Mondex dal diventare uno standard globale.
    Nel marzo 1993, Norman Franz, economista Senior della FAMC, ha scritto un documento dal titolo “Un governo mondiale per assenso o asservimento”. In questo documento si legge: “le pressioni per un governo mondiale continuano da secoli, ma non abbiamo mai raggiunto prima il livello a cui siamo arrivati oggi. L’ingrediente chiave di questa formula è mandare in bancarotta finanziaria la macchina internazionale”.

    Leggendo le notizie internazionali si parla ovunque di stanziamenti ridotti a causa dei debiti interni del paese e dei debiti esterni, si parla di tagli ai programmi sociali, mai a quelli militari, si va a colpire direttamente la popolazione. Per uscire dai guai questo obbligherà gli stati nazionali a rivolgersi al fondo monetario internazionale dell’ONU e alla banca mondiale. Ma la condizione per i paesi debitori sarà elevatissima perché sarà di rinunciare alla propria sovranità nazionale.
    Chiaramente questo passaggio non sarebbe indolore e molto probabilmente provocherà un vero e proprio caos generalizzato, generando una forte escalation di instabilità sociale con conseguente senso di insicurezza diffuso. Dunque la questione sicurezza potrebbe essere di cruciale importanza nel processo di creazione di un governo sovranazionale mondiale. Quello che oggi appare inverosimile, se non impossibile, potrebbe apparire come l’alternativa più plausibile in un domani sconvolto da guerre su scala planetaria, disordini sociali insanabili, catastrofi naturali globali; tre elementi già presenti nelle cronache mondiali quotidiane.
    In questo scenario apocalittico la popolazione potrebbe trovarsi pronta ad accettare di buon grado quello che oggi sembra solo fantascienza: un nuovo assetto planetario e l’attuazione di misure come l’innesto di massa di biochips all’interno del corpo umano. È evidente, quindi, in linea con gli scenari tracciati e alla luce dei dati raccolti, che se tutti i motivi precedentemente elencati convergeranno in un’esigenza diffusa e generalizzata si potrà procedere ad un innesto di massa di questi nuovi biochips di identificazione internazionale.
    E allora sarà possibile imporre un nuovo ordine mondiale tale per cui tutti quelli che non avranno ricevuto o avranno rifiutato questo marchio d’identità saranno privati dei loro diritti, della possibilità di acquistare e di vendere, questo vuol dire non avere più la possibilità di lavorare, di ricevere un salario, di poter acquistare cibo, di affittare un appartamento. In due parole di essere completamente TAGLIATI FUORI…
    Quindi, riassumendo ulteriormente, scopriamo che la tecnologia per adempiere quest’asservimento globale già esiste, esisterebbe anche una precisa volontà politico-economica per attuarla. Al momento mancherebbero le condizioni esterne, oltre un’ampia base di consenso dal basso, ma a quanto pare c’è chi sta lavorando anche a questo e, ciliegina sulla torta, una profezia biblica sembra confermare il tutto.

    [La bestia] fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. [Apocalisse 13,16-17].

    http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/2012/...a-guerra-mondi/
  9. .
    Pericolo eruzione Campi Flegrei: Napoli stretta tra due fuochi
    Pericolo eruzione Campi Flegrei: "Zona rossa per molti quartieri della città"

    Il piano di evacuazione, come spiegato dall'assessore regionale Cosenza, "sarà pronto per fine luglio". Ci si aspetta una bocca eruttiva a Fuorigrotta, da lì il coinvolgimento anche di zone come Posillipo e Chiaia


    Il piano di evacuazione dei Campi Flegrei sarà "pronto a fine luglio", e comprenderà anche quartieri a margine dell'area vulcanica come Posillipo e Chiaia. A darne l'annuncio è l'assessore alla Protezione civile della Campania Edoardo Cosenza.
    Cosenza, nel corso di un convegno sul tema del rischio vulcanico partenopeo, ha specificato che "il piano di evacuazione dei Campi Flegrei è nella fase finale di discussione della commissione grandi rischi, protezione civile e Regione Campania", che stanno"definendo gli ultimi dettagli".

    Per i vulcanologi – più di uno studio lo dimostra – la caldera dei Campi Flegrei è una polveriera, estremamente pericolosa dato il forte tasso di urbanizzazione dell'area sovrastante. "Lo scenario dei Campi Flegrei – ha proseguito l'assessore della giunta Caldoro – è reso complicato dal fatto che la bocca eruttiva storicamente si è aperta in posti molto diversi, mentre sul Vesuvio è più nota".

    Ad ogni modo, prosegue Cosenza, "dalla storia degli ultimi 4mila anni è possibile si apra una bocca eruttiva spostata più verso Fuorigrotta". Da qui la decisione di "un'estensione di zona rossa ad altre parti di Napoli che, oltre a Agnano, Bagnoli e Fuorigrotta, comprendendo anche Posillipo e parti o tutta Chiaia".

    http://www.napolitoday.it/cronaca/piano-ev...i-eruzione.html
  10. .
    Attacco invisibile all'Italia!
    Ho sognato un incubo a stelle e strisce. Ecco, in questo racconto affollato non c’è proprio nulla di reale, solo fantasie oniriche. In tempi di guerra ambientale non dichiarata, quale miglior preda della Penisola, una sorta di portaerei USA nel Mediterraneo, non ancora sotto controllo totale? Se gli USA si premurano di proteggere la faglia di Sant’Andrea dai terroristi che potrebbero minarla
    (relazione del segretario di stato alla difesa) ed essendo noto da sempre che è meglio evitare esplosioni e trivellazioni in aree sismogenetiche, ma soprattutto vicino a faglie attive, perché la NATO grazie al silenzio del governo italiano e del presidente della repubblichetta Napolitano, sceglie proprio quelle zone (“esercitazione” militare più recente il 18 gennaio 2013 nel Golfo di Catania) per sparare un numero imprecisato di missili e bombe in quell’epicentro? Ed attivare sistemi potenti di guerra elettronica sui fondali marini? Che le guerre si possano dichiarare agli Stati del Medioriente e quindi inviare i bombardieri, è un conto. Ma quando la preda è uno Stato occidentale, ed anche membro dell’Alleanza atlantica Nato non si può fare tutto alla luce del sole. Ecco che per questa ragione esiste il terrorismo stragistico e nuove armi, come quella sismica di cui esiste anche un trattato internazionale di divieto di utilizzo e proliferazione (ENMOD). Perfino l’ex segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, Cohen, ne ha ammesso l’esistenza. Ed anche il britannico The Guardian ne parla (http://www.guardian.co.uk/environment/2012...-geoengineering). Un passo indietro. A L’Aquila si sono salvate da sole migliaia di persone perché non hanno dato retta alle rassicurazioni fraudolente (31 marzo 2009) della Commissione Grandi Rischi, ossia ai servi di Stato che appunto dicevano alla gente ”tornate a casa e dormite sonni tranquilli, il grande sisma non ci sarà”. Quando Bertolaso sorvolò L’Aquila dopo il terremoto e vide l’enorme numero di case a terra, ordinò 10 mila bare. Poi successe che si resero conto in poche ore che la maggior parte della gente in barba ai loro ordini, aveva dormito fuori e l’ordine rientrò! Quando avverrà il sisma o lo tsunami al Sud, ormai lo si dà per imminente e si dice pure che è normale, perchè da sempre ce ne sono tanti nella storia, solo che anche questa volta lo provocheranno loro stessi, quelli che posseggono il complesso militare USA ed i circuiti finanziari. Che coincidenza! Nel Tirreno si aggira la nave oceanografica più potente al mondo: la Alliance Nurc degli USA. Ufficialmente sta effettuando studi sui vulcani sottomarini Marsili e Vavilov. Questa è l’unica nave al mondo (conosciuta) che può minare una faglia: condizione essenziale perchè si verifichi un terremoto distruttivo (come quello di Fukushima). Guarda un po’ il caso: i grossi sismi sono tutti partiti dal mare. Se alteri la ionosfera e prendi a bersaglio una faglia o gli spari un ordigno sott’acqua non ti vede nessuno. A terra si vede. Gli USA possiedono bombe nucleari miniaturizzate (grazie alla fusione fredda), grandi quanto una palla da tennis. E le hanno già sperimentate nei noti teatri di guerra, squarciati da loro stessi. Non ci sono segreti solo metodi alternativi per attaccare uno Stato che non protegge terroristi, che non massacra l’opposizione (inesistente), a cui non puoi dire che vuoi esportarci la democrazia a suon di bombardamenti come in Mali. Qualche anno fa, la nave Alliance Nurc della NATO è stata già coinvolta in uno strano incidente vicino all’isola di Pianosa nel Tirreno. Lì, sempre ufficialmente stava studiando le praterie di posidonia. O piuttosto, più realisticamente, stava sperimentando siluri ”intelligenti” a discapito dell’ecosistema marino. D’altronde anche la ragazza uccisa a Brindisi, Melissa Bassi, fa parte di quella “nuova” strategia della tensione. Solo che siccome ancora non siamo del tutto rincitrulliti, appena avvenuto l’attentato, alcuni nella Rete di Internet hanno sollevato ragionevoli dubbi, e la Brindisi la gente è corsa per strada a protestare e gridare contro lo Stato. E dopo qualche giorno, dopo che nessuno ha creduto alla pista mafiosa o terroristica, si è scelto l’uomo comune, magari preso tra psicolabili o che fanno uso di psicofarmaci e costretto (con tecniche subdole) a confessare, salvo poi scoprire incongruenze. A parte l’incendio al Balipedio della Polizia a Roma, in cui sono andati distrutti la scorsa estate i reperti dell’attentato di Brindisi. I padroni del vapore non disperano e continuano coi terremoti in cui ancora la gente crede, per dominarci totalmente. Così si tiene spaventato il popolo italiano. Solo che questa volta sono stati scoperti con le mani nel sacco: dopo mezzo secolo di stragi di Stato, sempre impunite e coperte da segreto di stato (che nessuno osa rimuovere). Tutti buoni a piangere ipocritamente le vittime: Napolitano in primis. Eppure, nessuno chiede la rimozione del segreto di Stato che impedisce l’accertamento delle identità dei mandanti altolocati. Saremo anche un pò fessi, privi di sovranità come siamo, ma non ci manca l’ingegno. E la creatività rende liberi. Si era capito subito, infatti, esonerando forzosamente la Procura di Brindisi (il cui procuratore aveva da subito fiutato la pista della strage di stato!) e si è incaricata la procura antimafia di Lecce con Cataldo Motta. La ministra interna Cancellieri per giustificare questo golpe ha detto ”è strage ma passa alla procura antiterrorismo, perchè siccome ha creato paura nella popolazione quindi terrore, quindi diventa strage con finalità terroristiche”. Il che fa un pò ridere ma era solo per avocare alla procura nazionale (a Piero Grasso, attualmente candidato al Parlamento nel Pd di Bersani, quest’ultimo a sua volta già sul libro paga per 98 mila euro del clan Riva dell’Ilva assassina di Taranto) le indagini e quindi sotto diretto controllo del governo Monti. Lo Stato ha mandato poi numerosi investigatori, a nessun titolo, se non quello di esponenti dei servizi che dovevano distruggere alcune prove e costruirne delle credibili. In ogni caso il massimo che hanno trovato è un vecchio che solleva 3 bombole di gas! Ora stanno fabbricando anche il movente. Vogliono farci credere che la bomba l’ha messa alla scuola perchè stava a 100 metri dal tribunale nei confronti del quale voleva vendicarsi. Insomma, roba per disturbati istituzionali. Eppure i giornalisti in tv fanno finta di crederci, sono pagati per quello, per non mettere il discussione il padrone. E i campi di concentramento a L’Aquila nell’anno 2009? Qualcuno li rammenta? Non sono queste prove generali di legge marziale che prima o poi imporranno in Italia quando la crisi peggiorerà e la popolazione andrà controllata per i tumulti? Non si deve sapere che la popolazione protesta contro Napolitano che ha firmato, in maniera infame, e poi si “commuove” in diretta tv, la riforma della protezione civile, che prevede che lo Stato pagherà solo l’emergenza ma non la ricostruzione. L’ha approvata anche il Pd e Napolitano alla chetichella senza dire niente. Ed è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale pochi prima del sisma in Emilia, mentre Monti era negli States a prendere ordini dai banchieri e da lì che invece di disperarsi per le vittime, annunciava che la ricostruzione era a carico dei cittadini. Il fine di tutto questo? Semplice. Come previsto da Orwell nel suo romanzo 1984, la pratica dell’odio e della paura rende le masse estremamente manipolabili. Attenzione! Il Popolo italiano ha bocciato il nucleare e ha impedito la vendita dell’acqua alle multinazionali. Eppure, nessuna legge è stata fatta per rendere pubblica l’acqua. Si fa finta di niente. Ma i poteri forti hanno deciso di farcela pagare, comunque di piegare il popolo italiano. Come quando gli anglo-americani durante la seconda guerra mondiale bombardavano le città italiane. Gli “alleati” solo a Foggia, fecero 22 mila morti. Senza alcuna motivazione strategica, ma solo per terrorizzare la popolazione italiana. L’unica differenza che oggi si usano armi più sofisticate quando si vuol fare una strage, punire o piegare un popolo. I giapponesi ancora oggi sono scioccati da quel che accadde a Fukushima nel 2011. Così oggi ci bombardano di nuovo sotto i nostri occhi che non vedono perché siamo succubi di schemi mentali artificiosi ed eterodiretti. Stanno tentando di sottometterci definitivamente con altri metodi, a differenza di come hanno fatto distruggendo brutalmente la Jugoslavia, l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, e tutti gli Stati sovrani che non si sono piegati al loro disegno di predominio mondiale. Inventandosi pretesti come l’11settembre (creato da loro stessi)o le armi di distruzione di massa di Saddam (che poi non c’erano). Siamo cavie in un gigantesco esperimento. L’Italia ormai trema da troppo tempo. Loro sono sicuri di aver già vinto: si sentono superiori. Sveglia dal letargo: è ora di tirare SU LA TESTA!

    http://sulatestagiannilannes.blogspot.it
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    Rapiti dagli alieni: l'incredibile caso di Antonio La Rubia

    L'allucinante esperienza di Antonio La Rubia


    Proseguendo l'opera di rivisitazione di episodi a torto poco noti e dibattuti della casistica internazionale relativa al contatto con le entità degli UFO, parliamo dell'incredibile avventura occorsa due decenni orsono al brasiliano Antonio La Rubia, un autista di autobus trentatreenne vittima di un sequestro operato da stranissime entità robotiche discese da un grande oggetto discoidale e i cui postumi furono in lui dati da un abnorme stato febbrile che lasciò allibiti gli stessi medici.
    "All'interno del disco mi sembrava di bruciare vivo!" ebbe a dichiarare il giovane - da poco reduce dalla clamorosa esperienza - alla dottoressa Estrelita Ferrera Pereira ed allo psicologo Neli Carbonell David, impiegati presso la stessa compagnia presso la quale egli lavorava.
    Il caso La Rubia venne indagato da una figura storica dell'ufologia brasiliana, Irene Granchi, che in una intervista concessale dal giovane, poche settimane dopo il rapimento e da cui questo racconto è desunto, raccolse tutti i particolari di quella che è da considerarsi una sconcertante vicenda, i cui riscontri obbiettivi sul soggetto e le analogie con altri episodi registrati su scala mondiale, pongono un inquietante interrogativo sulle finalità perseguite in rapporto all'uomo dalle entità che si celano dietro la fenomenologia delle abductions.

    Quello strano "capolinea"
    Antonio La Rubia all'epoca risiedeva a Paciencia, un borgo a 45 chilometri da Rjo De Janeiro e, per via del suo turno di servizio, era solito alzarsi alle primissime ore del mattino, per incamminarsi alla volta del deposito delle Linee Orientali.
    Quella mattina del 29 settembre 1977, come consuetudine, dopo una levataccia, era uscito di casa verso le 2,15. Il suo stato d'animo era relativamente disteso, non fosse che per la paura di subire un'aggressione o una rapina, essendo le strade del paese completamente deserte a quell'ora.
    Poco prima di arrivare alla fermata presso la quale, di norma, l'attendeva il pulmino che l'avrebbe portato in ditta, mentre stava transitando in prossimità della piccola piazza del paese, egli notò che il proprio orologio si era stranamente bloccato; volto lo sguardo in direzione di un campo limitrofo, in buona parte immerso nell'oscurità, scorse improvvisamente la sagoma di un grande oggetto di colore grigio scuro, lì apparentemente parcheggiato, che successivamente descriverà "simile ad un enorme cappello" largo settanta metri.
    Avvicinatosi per verificare di cosa si trattasse, realizzò che quel presunto "veicolo" era troppo strano per poter anche solo vagamente somigliare all'autobus della Compagnia. Preda di un incontrollabile sconcerto, che rapidamente si stava trasformando in paura, Antonio presagì che quell'inusitato oggetto fosse lì proprio per lui e, d'istinto, cercò di allontanarsi dalla scena di quell'assurdo capolinea. Non aveva mosso che due passi quando una vivissima ed intensa luce blu illuminò a giorno l'intera zona ed il suo corpo d'incanto si bloccò, alla stessa stregua di quanto era capitato al suo orologio, congelandone la fuga!

    Prigioniero di un incubo
    Accanto ad un palo elettrico, Antonio scorse a pochi metri da lui tre piccole stranissime figure: erano alte circa un metro e mezzo; la loro testa ricordava un pallone da rugby ed era attraversata longitudinalmente da una fila di "specchietti". I loro corpi, tarchiati, presentavano un ampio "torace", dal quale si dipartivano due arti simili alle proboscidi degli elefanti, che si assottigliavano progressivamente in una specie di punta terminale. Una sostanza ruvida, a scaglie, ne ricopriva il tronco, che si arrotondava verso il basso in un'unica gamba, a sua volta terminante in una specie di piattaforma, che ricordava abbastanza certi noti sgabelli.
    "Mi sentivo come inchiodato al suolo e vidi quei due esseri afferrarmi... Intorno regnava il più totale silenzio. Non ricordo come entrai nel disco; mi ci trovai improvvisamente, fluttuante tra due file di una dozzina di quegli esseri, su ogni lato."
    Antonio si trovava in una specie di corridoio, apparentemente fatto di un materiale simile all'alluminio. Era percorso da un brivido. Rivolto lo sguardo dietro di sé, vide dall'alto allontanarsi il campo che aveva appena lasciato ed ebbe l'impressione che il disco fosse trasparente. D'improvviso si riaccese la luce blu e si ritrovò in una grande stanza circolare.
    "Vidi allora una cinquantina di quegli esseri. Era come se mi sentissi chiuso in una campana di vetro ed avevo l'impressione che essi stessero comunicando tra loro, dato che volgevano l'un l'altro le teste, come per dirsi qualcosa."
    Antonio, che si era invano dibattuto sino a quel momento incapace di emettere alcun suono, riuscì improvvisamente ad urlare all'indirizzo di quegli esseri: "Chi siete? Cosa volete?"
    Con sua grande sorpresa le creature caddero tutte al suolo come birilli ed egli attribuì la cosa all'effetto sonoro della sua voce. La luce blu si riaccese, fortissima, accecandolo. Lui continuò affannosamente a dibattersi, sia per la paura, sia perché da quando era entrato nel disco aveva preso ad avvertire difficoltà respiratorie.
    Ora non sentiva più il proprio respiro, ma recepiva paradossalmente quello delle entità, cosa che lo stupì in quanto le credeva dei robot.
    L'unica installazione nella grande sala disadorna, oltre lo schermo, era data da una specie di scatola, di circa 15 centimetri di larghezza, posta davanti a lui ed il cui aspetto era vagamente simile ad un pianoforte in miniatura per alcuni tasti disposti su un lato. Lo strano congegno poggiava su due lunghi sostegni e sulla sommità evidenziava una specie di lattina nella quale gli esseri inserivano degli oggetti simili a delle siringhe che essi portavano lungo i fianchi. Ogni volta che essi compivano tale operazione, compariva un'immagine a colori sullo schermo.
    Ad Antonio vennero mostrate diverse scene che egli così descriverà ad Irene Granchi:

    Lui stesso nudo, sdraiato su u tavolo invisibile, le braccia a penzoloni, mentre due esseri lo stanno esaminando, tenendo due lampade blu puntate sul petto; contemporaneamente un terzo essere gli esamina dal retro la testa a mezzo di una lampada che però non emette un fascio di luce, ma rende completamente blu la parte superiore del suo corpo.
    Questa scena scomparve come una delle entità, avvicinatasi alla scatola, vi introdusse un'altra siringa.
    Ancora lui, nudo, in piedi.
    Lui, vestito, con la valigetta in mano e l'aspetto nervoso, mentre batte i denti.
    Un cavallo ed un carro lungo una strada polverosa; si tratta di un luogo sconosciuto ad Antonio, che però riesce a vedere il carrettiere: indossa un cappello di paglia, ha i piedi nudi e la camicia strappata.
    Una sfera arancione e luminosa e lui accanto, in piedi.
    Ancora la sfera, stavolta bluastra e con accanto uno degli esseri.
    Un cane che tenta disperatamente, bava alla bocca, di afferrare uno degli esseri che sta davanti a lui, senza che riesca a raggiungerlo; quando però il cane abbaia, l'essere si "scioglie" dalla testa ai piedi come un budino.
    Questo momento della rievocazione, annoterà la Granchi, è particolarmente toccante, in quanto la voce di Antonio subisce un tangibilissimo mutamento emotivo, che prelude alla esposizione di una allucinante seconda parte di tale scena: uno degli esseri si stacca dalla fila procedendo verso di lui, punta la siringa verso il cane, che improvvisamente assume una colorazione blu, per iniziare gradualmente a sciogliersi trasformandosi anch'esso in un informe ammasso gelatinoso.
    Uno stabilimento in cui, su tre linee di assemblaggio, vengono costruiti gli UFO, con milioni di analoghe entità robot addette ai lavori, tuttavia sprovviste di utensili.
    Un treno di vecchio tipo, malridotto e sprovvisto di finestrini, mentre imbocca una galleria, scomparendo alla sua vista.
    Una grande strada affollata di turisti, che gli ricorda la Avenida Presidente Vargas (una delle principali arterie di Rio) intasata dal traffico, al punto tale che tutte le auto sono ferme.

    Successivamente nel suo resoconto Antonio tornerà su questa sequenza di immagini, rammentandone una scena riguardante se stesso, con del fumo proveniente dalla sua schiena, ed un'altra, vestito che vomita e si defeca addosso.
    Ad un certo punto uno degli esseri si avvicina ad Antonio e, puntatogli una siringa sulla punta del dito medio della mano destra, gli estrae del sangue, riempendo la siringa sino a farla traboccare: fu questo il momento in cui vide un colore diverso dal blu o dal bianco abbacinante dominanti. L'essere quindi puntò la siringa verso un riquadro della parete, tracciando (presumibilmente col sangue) l'enigmatico disegno di tre cerchi tagliati da una "L".
    Nella sua ricostruzione Antonio preciserà alla Granchi di non sapere quando effettivamente collocare il momento del prelievo ematico, cioè se prima o dopo la carrellata delle inaudite immagini cui era stato sottoposto, riuscendo solo a ricordare che il proprio sequestro aveva avuto termine dopo la scena della grande strada affollata: "proiettato" all'esterno del grande oggetto, era stato "depositato" in una strada posta quasi di fronte alla stazione di -Paciencia.
    In altri termini egli venne probabilmente teletrasportato nei paraggi di casa sua, a tre o quattro chilometri di distanza. Non gli riuscirà ovviamente di ricostruire come fosse finito da quelle parti: l'unica cosa in lui certa fu che si ritrovò in una strada adiacente alla ferrovia e, guardando verso il basso, realizzò che una di quelle creature era con lui. Rivolto lo sguardo al cielo, vide un "grande pallone scuro" allontanarsi e al tempo stesso si rese conto che l'essere precedentemente accanto a lui era ora scomparso. Si ritrovava fra le mani la sua valigetta, ed era vestito allo stesso modo nel quale era uscito di casa; batteva però i denti per un forte senso di brivido che stava aumentando: esattamente come aveva illustrato la seconda immagine proiettata sullo schermo a bordo del disco.
    Il suo orologio segnava ancora le 2.20, bloccato nel momento in cui era iniziato il suo allucinante viaggio da quel capolinea maledetto.


    I postumi: dolori, paura, insicurezza
    Arrivato alla stazione di Paciencia, Antonio chiese l'ora: erano le 2.50 del mattino. Alle 3.10 arrivò l'autobus e Antonio lo prese, arrivando al lavoro in orario.
    Si sentiva male, nervoso e dolorante, ciò nonostante volle a tutti i costi sobbarcarsi l'intero turno, forse nell'illusione di rimuovere il ricordo della tremenda esperienza. A casa non .volle dire nulla alla moglie e la notte di venerdì fu un vero inferno: la temperatura corporea era sempre più alta, violenti e ripetuti conati di vomito lo colpivano e l'intestino era afflitto da continui problemi d'incontinenza; per ultimo un fortissimo mal di testa prese a tormentarlo per giorni.
    Gli tornarono alla mente le immagini che aveva visto a bordo dell'UFO, particolarmente quella col fumo che fuoriusciva dalla sua schiena, legata al forte calore che lo pervadeva e nella quale erano stati anticipati i suoi pesanti problemi gastrointestinali contingenti.
    Il sabato e la domenica questi sintomi si acuirono al punto da costringerlo a casa ed egli cominciò ad avvertire che il proprio corpo letteralmente scottava. Invano la moglie cercò di alleviarne le sofferenze strofinandolo con un po' di alcool. Il bruciore era particolarmente intenso proprio laddove, durante il sequestro, la luce blu gli era stata applicata.
    Il lunedì si presentò alla Compagnia, dicendo che era intenzionato a licenziarsi per via del suo tormentato stato di salute aggravato da forti difficoltà respiratorie. Come lo videro, i colleghi rimasero sconcertati dal cambiamento radicale che evidenziava il suo aspetto, nel quale non riconoscevano più il giovane sane e robusto da anni ad essi noto, e che ora in volto appariva, come riferirono, "verde come l'erba". Ad essi Antonio chiese di essere "innaffiato d'acqua" perché sentiva il corpo bruciare.
    Il suo malessere era talmente palese agli occhi del personale medico, da indurre un'infermiera a proporgli la somministrazione di un sedativo, che egli nervosamente rifiutò, lasciando allibiti i presenti: si trattava infatti di un'iniezione!
    A questo punto cominciava a farsi strada l'idea che egli fosse impazzito e se ne decise il ricovero coatto. Prima tuttavia che Antonio venisse portato in ospedale, lo psicologo della compagnia, il Dr. Neli Carbonell David volle esaminarlo, convincendosi del fatto che il giovane era afflitto solo da inaudite sofferenze fisiche, incomprensibilmente insorte.
    In ospedale, Antonio cominciò a parlare confusamente di UFO; ciononostante i medici che sulle prime l'avevano creduto folle, convennero in un secondo tempo sulle conclusioni raggiunte dal Dr. Neli, soprattutto quando riscontrarono che la sua temperatura corporea segnava l'incomprensibile ed altissimo indice di 42 gradi centigradi!
    Inoltre uno dei medici, del Rocha Faria Hospital, evidentemente informato in materia... sentendo i discorsi, sia pur frammentari del giovane, collegati al proprio rapimento, si convinse dell'opportunità di approfondirne il caso, asserendo non fosse il primo del genere che ad essi capitava, ed il cui carattere "estremamente delicato", com'egli lo definì, sarebbe stato del resto confermato da quella sensazione di vuoto che Antonio dopo oltre un mese dal proprio incidente, avrebbe continuato a recepire nel camminare, da lui sintetizzata nel concetto: "era come se galleggiassi su di una nuvola".
    Intervistando il Dr. Neli, Irene Granchi raccolse la seguente dichiarazione: "Non sono al momento in grado di dire nient'altro che il paziente è molto nervoso. Da un punto di vista clinico il suo stato è alquanto strano, con una temperatura corporea data da indici così variabili. Psicologicamente il suo stato è catastrofico; proverò a sottoporlo ad ulteriori test domani,. ma ritengo egli debba essere tenuto sotto osservazione da parte di un team di medici, in quanto presenta un quadro clinico assolutamente fuori dell'ordinario."
    Il Dr. Neli riferì inoltre che quando quel lunedì mattina aveva visitato per la prima volta Antonio nel suo ambulatorio, questi piangeva come un bambino ed era in uno stato psicologico pietoso. Ordinatogli di togliersi i vestiti, riscontrò che il suo corpo era letteralmente coperto da eruzioni cutanee. Il giovane aveva un'incredibile sete, in quanto sentiva la gola letteralmente ardergli. Infine il medico confermò che egli aveva effettivamente vomitato per l'intera notte.

    La prima comparsa degli esseri a forma di birillo
    Un'inaspettata conferma dell'incredibile IR4 brasiliano, relativamente alle stranissime entità in esso descritte, pervenne da un incontro ravvicinato verificatosi diversi mesi prima nel gennaio di quello stesso '77 negli USA, ad Harrah nello Stato di Washington, e riportato da una gazzetta locale, la "Toppenish Review". Protagonista era stato un bambino che aveva riferito di avere visto in prossimità di due "navi di acciaio" due "omini" alti circa un metro, con una gamba sola sulla quale "ruotavano". Nascostosi dietro uno scatolone egli aveva seguito le manovre degli esserini, sino a quando essi erano risaliti a bordo degli oggetti, tramite una porta di accesso apertasi in due parti come una croce, oltre la quale egli aveva scorto l'interno, fortemente illuminato. Dopodiché le navi erano decollate, "nascondendosi in una nuvola di fumo". Corso a svegliare la madre (erano le 6.30 del mattino) il bambino non era stato ovviamente creduto. In un secondo tempo strane tracce furono individuate nell'area del presunto avvistamento, oltre ad un'area circolare di tre metri, nella quale l'erba si presentava schiacciata.

    Un caso modello
    Malgrado poco conosciuto, il Caso La Rubia può dirsi un vero prontuario dei tipici tratti ricorrenti in un IR4: un modello esemplare per la sintomatologia che esso evidenzia sul piano fisico e psicologico del soggetto. Quest'ultima, la classica "sindrome da abduction", sintetizzata nella vicenda di Antonio nel mutamento radicale della persona, nello stato confusionale, nella soverchiante paura, nella paresi corporea e nella sensazione di "camminare nel vuoto", è oggi riproposta da una vastissima casistica internazionale, più o meno nota, e da una letteratura specialistica i cui contributi vanno da John Mack a David Jacobs, e da Karla Tumer a Whitley Strieber.
    Altri interessanti dettagli nella narrazione di Antonio sono:

    - Il sentire "la gola ardere", accompagnato da una sete illimitata, riportato anche nell'esperienza di Travis Walton, il quale parlò anche di pareti trasparenti del disco.
    - La vaga sensazione di entrare "fluttuando" nel disco, descritta da Barney Hill nel proprio celebre caso; anche le stranissime entità sono a loro volta descritte "floating around", alla stessa stregua di altri noti casi di abductions come quello di Pascagoula.
    - Il grande schermo ricorre in un notevolissimo numero di resoconti di rapiti e di contattisti che narrano essere stati sottoposti ad un bombardamento di immagini dall'apparente contenuto ora di ammonimento, ora quasi idilliaco: qui vediamo sul piano generale un trait d'union significativo fra i due ambiti di esperienza. Irene Granchi realizzò che la descrizione dello schermo del caso La Rubia, coincideva con quella di un altro evento brasiliano risalente al 1968, che lei stessa aveva indagato, e noto come caso Mendoza Peccinetti-Villegas.
    - L'immagine di Antonio con una sfera luminosa accanto a sé ribadisce il sopra menzionato trait-d'union rinviando al tempo stesso ad alcuni recenti casi di rapimento, come l'esperienza italiana di Valerio Lonzi, o a vicende contattistiche, come quella storica di Orfeo Angelucci.
    - La descrizione del prelievo ematico è quasi un classico dei casi di abductions: come non ricordare lo storico, anche se relativamente poco dibattuto, caso Villas Boas, del '57, nel quale l'omonimo protagonista di Antonio si vide applicare un tubicino alla guancia, dalla quale vide scorrere il proprio sangue, recependo anche lui di lì a poco un forte bruciore sulla zona della pelle interessata.
    - La sensazione di essere stato prigioniero all'interno di "un'invisibile campana di vetro", corrisponde a quanto riferito sotto ipnosi da un altro addotto brasiliano, il libraio Onilson Patero, protagonista nel marzo del '74 di un clamoroso caso di "teleportation", e ci riporta ad altri casi celebri come quello già citato di Travis Walton che descrisse una specie di involucro nel quale fu tenuto prigioniero prima e durante i test cui venne sottoposto, o come l'analoga esperienza di Betty Andreasson-Luca, del '67.

    Italia 1954: un caso similare?
    Malgrado ufficialmente presentato come "incontro del terzo tipo", quanto accaduto parecchi anni prima in Italia, nel corso di quella che fu un'annata d'oro per l'ufologia contemporanea, anticipò per non pochi aspetti il caso La Rubia.
    Pochi minuti prima della mezzanotte del 18 ottobre 1954, a Parravicino d'Erba, in provincia di Como, il rappresentante di commercio Renzo Pugina si trovava nel parco della villa ove aveva parcheggiato la propria auto, quando fu colto da una forte luminosità proveniente dal giardino. Mossi alcuni passi verso la scalinata di accesso al viale della villa, notò in cima a questa uno stranissimo essere, alto non più di un metro e trenta centimetri, che appariva come un curioso "misto di uomo e di macchina": la testa era racchiusa da una specie di casco, sopra il quale brillava una luce che consentiva di discernerne le fattezze del volto, dagli occhi di tipo mongoloide. Le braccia ed il torace erano rivestiti da una specie di corazza a squame. La parte inferiore del corpo non evidenziava gambe, ma si continuava in una stranissima protuberanza a forma di cono, che piegandosi posteriormente dava luogo ad una struttura "a tubo" terminante in una specie di disco, del diametro di una ruota di bicicletta.
    Accortosi della presenza del Pugina, l'essere rivolse in sua direzione quella che sembrava una torcia elettrica, dalla quale scaturì una luce bianca. Improvvisamente il Pugina si sentì, esattamente come descriverà Antonio La Rubia sulla propria esperienza, "inchiodato al suolo", preda di paura e smarrimento.
    Acquisita di nuovo la motilità corporea, apparentemente conferitagli dal freddo contatto con il metallo delle chiavi che aveva in tasca e con un impeto quasi eroico, il Pugina risalì le scale alla volta dell'essere, urlando all'indirizzo di questo la parola "Marte!" nel tentativo di richiamare la sua attenzione. Ma la creatura robot, noncurante di ciò, si staccò improvvisamente dal suolo e, fluttuando ascensionalmente, scomparve in breve dalla vista del testimone.
    Rientrato in casa in preda al panico il Pugina narrò ai propri famigliari la sua incredibile avventura; tremori e malessere cominciarono a manifestarsi in lui. Quella notte nessuno riuscì a dormire, nel timore che il marziano tornasse. I giorni successivi furono un vero calvario per il Pugina, vittima degli stessi sintomi che decenni più tardi caratterizzeranno lo stato clinico di Antonio La Rubia, reduce dal clamoroso rapimento: anche lui rimase sotto shock per parecchi giorni, accusando un forte aumento della temperatura corporea, unitamente a pallore, nervosismo e paura.
    Unico souvenir lasciato dal passaggio della misteriosa entità fu una strana macchia inodore al suolo, né umida, né grassa, che nel volgere di una giornata aumentò ben sei volte di volume, per poi arrestarsi e progressivamente regredire. Prima che scomparisse, un sedicente "biologo" di Milano si presentò per prelevarne dei campioni, senza far più sapere nulla né dei risultati delle analisi, né di se stesso.

    Considerazioni finali
    Essendo impossibile trarre delle conclusioni su vicende come quella di La Rubia, o su tante altre analoghe, che indipendentemente dai propri tratti peculiari sono solo tessere sparse di un mosaico il cui significato ci sfugge completamente, o meglio ancora rappresentano la punta di un iceberg dalle dimensioni sconosciute, è forse stimolante al fine di interrogarci circa l'esigenza di un nuovo approccio alla sconcertante ed enigmatica fenomenologia delle abductions e al mistero UFO più in generale, riflettere su quanto scriveva già nel '77 John Keel, riguardo la centralità dell'esperienza del testimone.
    "Abbiamo passato vent'anni cercando una soluzione di tipo semplicistico... La verità è indubbiamente molto, molto più complessa e può risiedere del tutto al di fuori delle scienze riconosciute e quotate. La sola via di scoprirlo è eseguire studi approfonditi su tutto ciò che accade nelle zone soggette a 'flap', e di correlare gli incidenti scoperti in queste zone... non la sconnessa ma scientifica raccolta di rapporti sulle luci in cielo. La gente di tutto il mondo sta entrando in un incubo fantascientifico... Non possiamo più ignorare ciò che è strano o che sembra irrilevante. Qualcuno... o qualcosa... sta attraversando molti muri (profetica affermazione! N.d.R). E gli ufologi sono così occupati a guardare attraverso i loro telescopi che si sono estraniati dalla realtà, qualunque essa sia. Smettiamo di provare l'esistenza, l'origine, la meccanica degli oggetti. Ci abbiamo giocato per vent'anni e non abbiamo ottenuto niente. È ora di fare uno sforzo concertato per scoprire che cosa succede... Gettate via i vostri inutili moduli e questionari d'avvistamento, con le loro innumerevoli domande sulle dimensioni, velocità e quote di oggetti volanti non identificati! Cercate di scoprire tutto del testimone... e scavate nella sua memoria (ma senza mai fare domande guida che lo portino alla risposta voluta) nella sua fanciullezza. Sarete sorpresi di ciò che ne uscirà. E dopo avere visitato abbastanza zone infestate, la vostra sorpresa si muterà in orrore deprimente. Getterete nella spazzatura i vostri libri di astronomia ed esobiologia e vi ritroverete a considerare e riconsiderare l'intero problema ufologico."
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    Scoperti altri manufatti Maya sugli antichi "visitatori" alieni

    Il governo del Messico avrebbe reso pubblici una serie di reperti di epoca Maya riguardanti Ufo ed Alieni.
    I manufatti, almeno apparentemente, sembrano davvero essere inequivocabili: astronauti, astronavi spaziali a forma di disco, volti alieni, comete seguite da oggetti non identificati e astronavi ad alta tecnologia in grado di intervenire probabilmente sulla traiettoria dei corpi celesti, chiari riferimenti a brillamenti solari verso la Terra… Insomma tutte manifestazioni che si riferiscono ad eventi del passato ma che risultano anche tremendamente ed inaspettatamente attuali soprattutto per ciò che riguarda le attività solari e l’avvicinarsi di comete (ISON?) oltreché, naturalmente, la continua ed incessante presenza di visitatori provenienti dallo spazio.

    Mi chiedo da quanto tempo il governo messicano fosse a conoscenza di questi eccezionali reperti e per quale motivo abbia deciso proprio ora di renderli pubblici: sta forse per accadere qualcosa alla quale dobbiamo essere preparati? Di cosa si tratta?

    Non credo dunque di dover aggiungere altro: guardate l’impressionante sequenza fotografica qui sotto e meditateci un po’ su...


    videomisteri
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    L’antropologo Dott. Semir Osmanagich dichiara che ormai è inutile negare l'esistenza di antiche civiltà con tecnologie avanzate prima della nostra


    L’antropologo, Dott. Semir Osmanagich, fondatore del Parco Archeologico Bosniaco, il sito archeologico più attivo del mondo, dichiara che le prove scientifiche, ‘inconfutabili’, venute alla luce, sull’esistenza di antiche civiltà con tecnologia avanzata, non ci lasciano altra scelta se non quella di riscrivere la nostra storia, la storia dell’Umanità Terrestre. Un attento esame, sull’età di alcune strutture, rivela definitivamente che sono state costruite da civiltà avanzate di oltre 29.000 anni fa.

    “Riconoscere che siamo testimoni di prove fondamentali dell’esistenza di antiche civiltà avanzate risalenti a oltre 29 mila anni fa, e facendo un attento esame delle loro strutture sociali, costringe il mondo a riconsiderare totalmente la sua comprensione sullo sviluppo della civiltà attuale e della sua storia”, spiega il Dott. Semir Osmanagich. “I dati conclusivi del 2008 riguardanti il sito della Piramide Bosniaca, e confermati quest’anno da diversi laboratori indipendenti che hanno condotto test al radiocarbonio , hanno rilevato che il sito risale a più o meno 29.400 anni fa, minimo”.

    La datazione delle prove al radiocarbonio è stata fatta dal RadioCarbon Lab di Kiev, in Ucraina, su materiale organico presente nel sito bosniaco della Piramide. Il fisico Dr. Anna Pazdur dell’Università polacca di Slesia, ha annunciato la notizia in una conferenza stampa a Sarajevo nell’Agosto 2008. Il professore di Archeologia Classica presso l’Università di Alessandria, Dott. Mona Haggag, ha descritto questa scoperta come “scrivere nuove pagine della storia europea e mondiale”. La data di 29.000 anni del Parco Archeologico Bosniaco, è stata ottenuta da un pezzo di materiale organico recuperato da uno strato di argilla che si trovava all’interno dell’involucro esterno alla piramide. Ne consegue una data campione ottenuta, durante la stagione 2012, dai test fatti su materiale che si trova sopra il calcestruzzo, di 24,8 mila anni, il che significa che questa struttura ha un profilo di costruzione che risale a quasi 30 mila anni.

    “I popoli antichi che hanno costruito queste piramidi conoscevano i segreti della frequenza e dell’energia. Hanno usato queste risorse naturali per sviluppare tecnologie, e per intraprendere la costruzione di scale che non abbiamo visto in nessun altro posto della terra”, ha detto il dottor Osmanagich. “Le prove dimostrano chiaramente che le piramidi furono costruite allineandole con la griglia energetica della Terra, ed erano come macchine che fornivano energia al potere della guarigione”.

    Studiosi di storia antica negli Stati Uniti, hanno notizie altrettanto sorprendenti su qualcosa trovato negli angoli più lontani del globo. Per esempio la scoperta di Rockwall al di fuori di Dallas, Texas, è solo un esempio di come stiamo riesaminando antichi misteri che rivelano molto sul nostro passato. Il sito Texano è un complesso e poderoso muro di dieci miglia di diametro costruito oltre 20.000 anni fa e coperto dal suolo sette piani sotto terra. La domanda è: da chi è stata costruita questa struttura e per quale scopo e, soprattutto, la conoscenza data da queste civiltà del passato, in che modo può aiutarci a comprendere il nostro futuro?

    Nuove tracce rivelate o antiche civiltà riscoperte hanno acceso una innata curiosità per le origini umane, come risulta dalla recente copertura nei media mainstream. Il numero di novembre 2013 di National Geographic: “I 100 più grandi misteri delle Civiltà Antiche rivelati”, dice:

    “A volte le culture si lasciano dietro misteri che confondono coloro che vengono dopo di loro, dai menhir ai manoscritti codificati, ci indicano che gli antichi hanno avuto uno scopo profondo”.

    Scienziati lungimiranti continuano a perseguire la conoscenza del nostro passato che è utile per determinare un futuro migliore. Il rinomato autore Michal Cremo, nel suo libro Forbidden Archeology, teorizza che la conoscenza dell’avanzato Homo sapiens è stata soppressa o ignorata dalla comunità scientifica perché contraddice le attuali opinioni sulle origini umane che vanno d’accordo con il paradigma dominante.

    Gobekli Tepe nella Turchia orientale

    Gobekli Tepe

    I risultati indicano chiaramente che simili civiltà avanzate di esseri umani erano presenti in tutto il mondo in quel momento storico. Ad esempio, il Gobekli Tepe (la foto in alto) che si trova nella Turchia orientale, è un vasto complesso di enormi cerchi di pietre megalitiche, con un raggio tra i 10 e i 20 metri, molto più grandi di quelle del noto sito di Stonehenge in Gran Bretagna. Agli scavi di Gobekli Tepe che hanno avuto inizio nel 1995, sono stati fatti dei test al radiocarbonio i quali hanno rivelato che la struttura risale almeno a 11600 anni fa. L’archeologo tedesco Klaus Schmidt dell’Istituto Archeologico Tedesco di Berlino in Germania, con il supporto dell’ArchaeoNova Institute di Heidelberg, sempre in Germania, ha condotto lo scavo di questi preistorici circoli megalitici scoperti in Turchia.

    “Gobekli Tepe è uno dei più affascinanti luoghi neolitici del mondo”, ha sostenuto il Dott. Klaus Schmidt. Ma, come spiega in un recente rapporto, per capire le nuove scoperte, gli archeologi hanno bisogno di lavorare a stretto contatto con gli specialisti di religioni comparate, con i teorici dell’architettura e dell’arte, con i teorici della psicologia evolutiva, con i sociologi che utilizzano la teoria delle reti sociali, e altri ancora.

    “E’ la complessa storia delle prime, grandi comunità insediate, della loro vasta rete, e della loro comprensione comune del mondo, forse anche delle prime religioni organizzate e delle loro rappresentazioni simboliche del cosmo”, ha detto Klaus Schmidt.

    Oltre alle strutture megalitiche, sono state scoperte figure e sculture, raffiguranti animali di pre natura storica, come i dinosauri e altri animali selvatici. Dal momento che gli scavi iniziarono nel 1995, quattro dei circoli sono stati parzialmente ripuliti, ma si pensa che ci siano ancora fino a 50 ambienti nascosti sottoterra. Questi enormi monoliti svettanti, di sette metri di altezza e 25 tonnellate di massa a Gobekli Tepe, sono situati proprio nel cuore di ciò che percepiamo come l’origine della civiltà. Questo offre ai ricercatori, delle nuove linee guida per la vera storia della Terra e delle nostre antiche civiltà.

    “L’obiettivo della ricerca archeologica non è quello di scoprire semplicemente tutti i circoli megalitici, ma sopratutto cercare di capire il loro scopo”, ha aggiunto Schmidt.

    Piramide Bosniaca: Prova di civiltà avanzate di oltre 30.000 anni fa

    Piramide Bosniaca

    Ormai è l’ottavo anno di scavo nel sito della Piramide Bosniaca, che si estende sui sei chilometri quadrati del bacino del fiume Visoko, 40 km a nord ovest di Sarajevo. Composto da quattro antiche piramidi di cui una, quella del Sole, quasi tre volte più grande di Giza, e da un vasto complesso di tunnel sotterranei situati sotto la piramide. La colossale piramide centrale del Sole è alta ben 420 metri e ha una massa di milioni di tonnellate rendendo le piramidi bosniache le più grandi e antiche piramidi conosciute sul pianeta (quella di Cheope è alta ‘solo’ 146 metri). Il Dr. Osmanagich ha stupito l’intera comunità scientifica e archeologica con la raccolta e formazione di un team di ingegneri interdisciplinari, fisici e ricercatori da tutto il mondo per condurre un’indagine aperta e trasparente del sito e per cercare di scoprire la vera natura e il vero scopo di questo complesso piramidale.

    “Questa è una cultura sconosciuta che ci presenta arti e scienze altamente avanzate, in grado di formare strutture veramente enormi e noi crediamo che in questo processo si stia dimostrando una capacità di sfruttare le risorse energetiche pure”, commenta Tim Moon, che ha recentemente aderito al team di Osmanagich.

    Il progetto archeologico ci ha consegnato un altro importante rinvenimento trovato quest’anno nel complesso di tunnel sotterranei, conosciuto come Ravine. Mentre esploravano un tunnel che conduce verso la Piramide del Sole, la squadra ha portato alla luce diverse pietre megalitiche. Nel mese di agosto un’enorme pietra stimata in 25.000 kg è stata scoperta a circa 400 metri di profondità. “Quì abbiamo una pietra massiccia sepolta sotto centinaia di migliaia di tonnellate di materiale. Inoltre abbiamo individuato dei muri di fondazione lungo tutto il suo perimetro formati da blocchi di pietra tagliata”, ha aggiunto Tim Moon.

    Grandi quantità di reperti sono state recuperate dalle gallerie associate che portano al sito, tra effigi, dipinti su pietra, oggetti d’arte e una serie di geroglifici e testi antichi incisi sulle pareti dei tunnel.

    Il Dr. Osmangich sottolinea che è giunto il momento di condividere liberamente la conoscenza, in modo che si possa capire e imparare dal nostro passato.

    “E’ tempo per noi di aprire le nostre menti alla vera natura della nostra origine. La nostra missione è quella di riallineare la scienza con la spiritualità, al fine di progredire come specie, e questo richiede un chiaro percorso di conoscenza condivisa”.
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    Alcuni testimoni dichiarano: lo Stargate esiste ed è una tecnologia extraterrestre


    Lo Stargate 'A' è simile ad un ponte o 'wormhole' teorizzato da Einstein-Rosen, attraverso il quale lo spazio-tempo viene distorto da intensi campi gravitazionali provocato dal collasso di alcune stelle.
    Il crollo e la compressione della stella avviene fino al punto di formare un punto di singolarità in cui il tempo rallenta rispetto agli osservatori esterni.

    Si è ritenuto che non vi siano punti di singolarità al centro dei buchi neri, e ci potrebbero essere altri luoghi dove lo spazio-tempo verrebbe notevolmente distorto da un intenso campo gravitazionale. In un punto di singolarità, il tempo si ferma in modo efficace fino ad espandersi all'infinito, come previsto dalla teoria della relatività generale. In questo modo sarebbe possibile per chiunque sopravvivere anche brevemente agli intensi campi gravitazionali che accompagnano il punto di singolarità, per poi emergere in qualsiasi data futura che si desidera.

    Alcuni fisici hanno anche considerato che sarebbe teoricamente possibile formare un ponte di Einstein-Rosen, attraverso il quale viaggiare indietro nel tempo.
    Così, un punto di singolarità, almeno in teoria, fornisce un mezzo per spostarsi avanti o indietro nel tempo.

    Tuttavia, i punti di singolarità sono punti altamente instabili e richiedono enormi quantità di energia per mantenere una porta aperta per il viaggio nel tempo.

    Kip Thorne del California Institute of Technology ha sostenuto che, mentre una forma esotica di materia potrebbe essere distribuita per mantenere aperto il punto di singolarità, un wormhole "accettabile" o Stargate sarebbe teoricamente possibile. Di conseguenza, almeno in teoria, un punto di singolarità in posizione aperta, fornisce un modo per gli oggetti o forme di vita di muoversi attraverso il tempo.

    Secondo il professor Paul Davies, sarebbe possibile creare una macchina del tempo, qualora si potesse trovare un punto di singolarità e la tecnologia esistente consentendo di tenerlo aperto per il viaggiatore del tempo.

    Davies descrive anche un processo in cui si poteva controllare attraverso una avanzata civiltà lo stargate o wormhole naturale:
    "I Wormholes potrebbero essersi formati naturalmente nel Big Bang, in modo che una civiltà avanzata, attraverso le attività spaziali potrebbe aspettarsi di trovarne alcuni nella galassia per poi gestirli successivamente"
    Pertanto, i principi alla base della tecnologia di stargate come una forma di viaggio nel tempo, sono ben noti agli scienziati e fattibili, ma solo per le tecnologie avanzate che non sono ancora disponibili al pubblico.
    La questione è se queste tecnologie tenute segrete al mondo sono classificate come dei correlati progetti extraterrestri. A questo punto la testimonianza di Burisch diventa significativa, dal momento che sostiene di essere stato coinvolto in tali progetti.
    A seguito delle polemiche sulle precedenti dichiarazioni pubbliche fatte da Dan Burisch è importante esaminare la fondatezza delle sue affermazioni in materia di tecnologie di stargate, senza essere trascinati nella polemica rispetto alle posizioni contrastanti di autenticità e importanza.

    In una recente intervista, Burisch ha dichiarato che la tecnologia stargate permette in sostanza agli utenti di inserirsi fisicamente o spostare il materiale attraverso il tempo e in flussi di tempo diversi.
    Burisch afferma che gli stargate artificiali sono strumenti che vengono utlizzati come stargate "naturali" per operare. Egli ritiene che vi siano circa 50 stargate artificiali presenti sul pianeta con un numero imprecisato di stargate naturali.
    Egli sostiene che le informazioni per lo sviluppo di stargate artificiali sono pervenute dai "sigilli cilindrici" estratti in Iraq, durante il primo intervento militare (1991) ed il secondo (2003) in occasione della Guerra del Golfo da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati.

    I sigilli cilindrici contengono informazioni di origine extraterrestre fornite agli antichi Sumeri che sono state fedelmente replicate tramite le informazioni contenute in testi cuneiformi.

    Burisch avvalora la tesi secondo cui l'intervento militare degli Stati Uniti in Iraq, è stata motivata dal desiderio di scoprire e controllare la tecnologia stargate. Un altro informatore e' stato intervistato recentemente dal team di Project Camelot, che usa lo pseudonimo di Henry Deacon, afferma che le informazioni sullo stargate di Burisch sono corrette.

    Burisch sostiene che un ramo della tecnologia stargate trova seguito nel Project Looking Glass (Looking Glass), una finestra su diverse linee temporali e che la tecnologia Looking Glass ha avuto origine dalla reverse engineering degli stargates artificiali.

    videomisteri
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    La task force segreta dei russi per studiare e comunicare con gli Ufo


    L’Unione Sovietica stava facendo passi da gigante, forse sopravanzando persino gli Stati Uniti, con chiare implicazioni sull'ipotesi extraterrestre.
    Le recenti rivelazioni sono opera di ex ufficiali del Kgb oggi in pensione e ex funzionari del Ministero della Difesa. Si sarebbero rivelati dettagli sorprendenti, in particolare di come a Mosca prendessero particolarmente sul serio i casi di avvistamento UFO, seppur pubblicamente il regime comunista tendeva a ridimensionare se non a ridicolizzare tali fenomeni.Addirittura piloti e militari sarebbero stati addestrati a come comportarsi in caso fossero stati testimoni di UFO Sightings.


    Tuttavia, secondo le recenti rivelazioni, gli sforzi dei sovietici non si sarebbero esauriti solo ad uno studio passivo di una eventuale "civiltà extraterrestre". Al punto che fu costituita una apposita quanto segreta Task Force con 200 scienziati.
    Un progetto segreto per studiare il fenomeno UFO, classificare gli avvistamenti e svelarne il mistero. Contrariamente a quanto trapelava dalla propaganda del regime sovietico, negli anni della guerra fredda si decise di investire risorse economiche in quantità su questi studi. Al punto da spingersi, dietro la rassicurante ombra del progetto Top Secret, al confine del paranormale.
    Un gruppo consistente di scienziati interessati ai fenomeni misteriosi, specializzati nello sviluppo delle discipline innovative e non convenzionali, avrebbe tentato un contatto diretto
    con una civiltà extraterrestre. Un contatto che, secondo quanto trapela da blog e mass media russi, si sarebbe concretizzato, anche se non appare chiaro in che termini precisi e in che modalità. Va tenuto conto di come, dalla fine della guerra fredda, non si sono più contate le rivelazioni clamorose di ex militari sovietici, una casistica ormai piuttosto vasta e variegata: da valutare in ogni caso con attenzione e prudenza di giudizio.


    videomisteri
516 replies since 12/4/2006
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